Pubblicato il Calendario Corse Cabernet Runners !!!!

In diretta live sul nostro sito
www.cabernetrunners.it

potete trovare la versione 01 del
CABER-CALENDARIO ENO-GASTRO-PODISTICO 2012

(e tenetelo d'occhio, ci saranno continui aggiornamenti durante la stagione)
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9 novembre 2009

25/10/2009 - Venezia urla CABERNET RUNNERS!!!

E non poteva che finire così, nel trionfo in mondovisione dello speaker che accoglie all'arrivo in Riva degli Schiavoni Francisko Borelji, con il solito braccino ben disteso a dare aria alla maglietta martoriata da ore di sudorazione esasperata.


Riportiamo per i non udenti lo stralcio della profonda intervista rilasciata dal perfido Anatolji allo speaker:
Speaker "Cabernet Runners!!! Cabernet Runners!!! Super Cabernet!!! Oh Borella, sei qui con la tua famiglia?" (ma che cazz..... di domanda idiota)
Borelji "YEEEAAAHH" (con un urlo tipo Yeti)
Speaker "Ma perché Cabernet?" (ma chi è Marzullo 'sto speaker?!?)
Borelji "Ci piace il rossooooo"
Speaker "Eeehh evviva"
Borelji "E anche le rosseeee"
Speaker "Eeehh, ma quello è un altro discorso"

Un altro discorso? Un altro discorso? Un altro discorso? Per lui forse. Non per il Borelji, cui ormai non restano altro che gli apprezzamenti in diretta mondiale per cercare di calmare le ire di una MPM costretta a peregrinare mezza europa per raccogliere le stanche membra (beh, diciamo ossa) del suo Marathon Man.

Ma la giornata non era iniziata così.
I nostri Cabs sono partiti traghettati da una perplessa GioMi ("ma dimmi te, anche di domenica alzarsi alle cinque e mezza per fargli da tassinara a 'sti tre in mutande e canottiera che puzzano da vasellina, ma la gente normale non si riposa la domenica, anche Dio il settimo giorno ha messo la sveglia un'oretta + avanti, ma non potevano andare a correre sugli argini come sempre, mah") e subito le cose non si erano messe tanto bene, per via di una disputa verbale tra il DoctorLukash e il Borelji. Alta filosofia? Strategie di gara? Noooo, si trattava di una questione più banale, ma non per il Doc, che ripeteva: “se ti dico di portare una borsa frezeer, perchè mi consegni 'sti sacchettini di plastica?” In realtà il Borelji non aveva mai visto le sacche termiche con cui si trasportano i cibi freddi; abituato a essere servito e riverito nel focolare domestico conosce solo il finale della catena del freddo: i sacchettini da frezeer, che mammina e mogliettina confezionano pieni di verdurine e ragù per sostenerlo durante la settimana frenetica, tipica del super manager bancario. “Ti assicuro che non so cosa siano!”. "E come le teniamo in fresca le birre da infilare abusivamente dentro la sacca del trasporto bagagli insieme a salame asiago pan biscotto e sfregolotta, allora?"

GioMia sorride e un po' invidia i sacchettini pronti che mamma Borelji prepara per il figliolo, considera che in effetti 'sta gente non è del tutto a posto e che se accelera un altro po' magari la discussione la finiscono lungo il Brenta e non le sporcano di sangue i sedili della macchina...
100Jaq che dal canto suo non ha mai corso a Venezia, se non quando è in ritardo e rischia di perdere il treno, continua a contare sulle dita quanti ristori ci sono da Stra a Venezia e quante banane deve mettersi nel sacchetto della spesa da portare legato in cintura per poter arrivare alla fine.

Ma si arriva alla partenza, e inizia il grande rito propiziatorio dello spogliatoio: snack energetico, zuccheri, gel di carboidrati, the caldo, coca cola senza rum stavolta, grana, bresaola, una spaccatina di pane integrale, fetta di strudel, imodium (c'è poco da ridere, provate voi a mettervi nello stomaco tutta 'sta roba alle sette delle mattina) spilli, pettorale, massaggio con cremina calda per scaldare i muscoli, gel rinfrescante camomilla e mentolo perché si erano riscaldati troppo, vasellina sui capezzoli,vasellina sotto le ascelle, vasellina sugli inguini, ehi Borelji, ocio con che'l déo co ea vaselina, tiente e man a casa tua... e via a preparare le sacche, triplo nodo che sennò quelli dell'organizzazione ci fregano il portafoglio, le macchine fotografiche e soprattutto le birre e il salame. E tutti in bagno: quest’anno niente muro di Villa Pisani, che l'anno scorso momenti ci beccavamo la foto segnaletica sul giornale: si va dritti sulla riva del Brenta e con l'altra mano si saluta la telecamera della Rai!!!

E poi si parte e si sfoderano subito le strategie di gara: il borelji parte piano, confidando di arrivare da dietro col suo solito ghigno satanico e maschera la strategia con un "andate andate che io non ho il vostro passo"; doctorlukash invece tenta di sfiancare fin da subito il puledro 100Jaq mandandolo al massacro con una ricorsa suicida "dai che andiamo a prendere i palloncini più avanti" "ma non è che scoppiamo?" "ma no, che quando li abbiamo presi poi stiamo in scia e ci riposiamo", per poi abbandonarlo al suo destino con un ripiegamento strategico "Jaq, vagli pure tu dietro ai palloncini che io sono scoppiato" "ma siamo al 16°..." "no no , guarda io sono scoppiato davvero, mi sa che mi fermo a farmi un prosecchino, conosco un'osteria qui ad oriago, tutta brava gente sai, un posto adatto ad un maratoneta, ma tu va, va pure".

Ma piazza SanMarco è ancora un lontano miraggio e allora Jaq, per mantenere vive le sue visioni sfodera il suo perfetto kit da tossico del podismo: pacchettini di stagnole con dentro polverine farinose (lui dice glucosio puro... mah) e fagottini con cubetti di sostanze alimentari pressate (lui dice grana... mah) e come d'incanto le immagini (probabilmente effetti allucinatori alla improbabile digestione del mix grana-con-glucosio) delle ciminiere di marghera si trasformano nei verdi alberelli del Parco San Giuliano, bello, verde, arioso… per i primi venti metri!!! Poi si trasforma in un golgota fatto di cavalcavia alti come i pirenei, prati sterminati secchi come la steppa cosacca, e salite, discese, prati, sole a candela (ma non eravamo in autunno?), curve, altri prati e i cancelli dell’uscita che sembrano avvicinarsi e poi dietro lo scollinamento un’altra bella curva e quelli che prima sembravano bambini festanti che sorridendo ti davano il cinque, diventano satrapi deformi che con sguardo sinistro godono a vederti soffrire. Parco San Giuliano
Nooo, Cimitero San Giuliano, il parco dei morti correnti. E poi l’immancabile, quello che ha esperienza, quello che l’ha già fatta tante volte, che ti vede con la faccia sofferente e ti dice “eeehhh, il Parco San Giuliano è tremendo, sai, è qui che si scoppia sempre”. Ma vaffan…lo iettatore di mer…a, che già sono intrigato a correre di mio adesso mi tocca pure correre con una mano sui maroni. Ma i nostri CaberEroi, memori del martirio subito lo scorso anno dal podista dei due mondi al passaggio tra le assolate zolle, fraccano pesantemente il berrettino in testa, prendono un bel gelatino al chioso interno e via testa bassa superano anche questo scoglio.
E passato l’inferno del SanGiuliano arriva il purgatorio del Ponte della Libertà (preceduto giusto dai quei due cavalcavia che se avevi ancora un moncherino di gambe rimasto provvediamo a segartelo subito) dove i nostri CabernetEroi, ormai tutti perfidi come il perfido Anatloji Borelji godono a vedere la fronda degli scoppiati del 33°km che caracolla e procede adagiandosi alla balaustra sulla laguna. E mentre lo Stopparus ed il Borelj riuscivano loro malgrado a trattenere l’istinto “adesso questo zombie lo spingo giù in laguna”, grandissime soddisfazioni si prendeva invece 100Jaq, a minare il campo di gara con le bucce delle sue 8-9 banane (tenute da parte appositamente per lo sprint finale degli ultimi 10km) che smollava con dissimulazione davanti ai piedi di quelli messi peggio. Ma dico io, quale migliore esempio di sportività da dare alle giovani leve, intendo il fatto di mangiare frutta invece che pasticche, altro che quegli sport malati, di falsi sportivi, come il calcio!!!

Tutto sembrava procedere per il meglio, con 100Jaq lanciato a folle velocità verso le cupole di SanMarco, il doctorlukash che tentava di rianimare in ultima istanza una stremata DidiLenny della Premiata Arcieria Frecce Gialle Smart Runners e un Borelji che gongolava a vedere di quanto stava limando il suo personale (“altro che quelle ca…o di maratone da crucchi, coi loro kaiserwurzen ai ristori e da bere solo kaiserwasser, che vadano affankaiser anche loro, guarda qua una bella e sana maratona veneta, bella nostrana che soddisfazioni che ti tira fuori”) che l’ultimo trabocchetto (ed eravamo già con 40 chilometri nelle gambe) si presenta sotto forma di spaghetti allo scoglio e di chili e chili di frittura di pesce che uscivano dai ristoranti delle Zattere (lato sinistro del percorso di gara) e, trasportati da camerieri slalomisti addestrati per l’occasione, tagliavano la strada ai corridori e arrivavano ai tavolini sul canale della Giudecca (lato destro del percorso di gara); e quei bastardi maledetti di turisti vedendoti sbavare ti dicevano: “bravi bravi buon appetito, buon appetito”. Qui, e lo diciamo a beneficio dei ristoratori della zona, in ordine rigoroso di passaggio, 100Jaq ha provveduto ad sminuzzare un po’ di bucce delle sue banane usate e sudate in due banchi frigo contenenti macedonia fresca in bella vista vicino ai tavolini; doctorlukash, vedendosi passare davanti un vassoio di spaghetti alle vongole ha pregato che quella notte le fuoriuscite in laguna di scarichi non controllati del petrolchimico avessero raggiunto livelli mai visti nella storia; Borelji, grazie ai suoi agganci negli ambienti finanziari dei balcani, ha abbandonato su alcuni piatti di calamari fritti la polvere di antrace (che in corsa conserva in bustine di stagnola spacciandola per glucosio puro) che normalmente utilizza per avvelenare i ristori degli avversari dopo il suo passaggio…. Eh beh, quando ci vuole ci vuole, no?

Epilogo.
I nostri arrivano agli ultimi ponti, scorgendo in distanza le CabernetGirls LucyP, MPM e LaGazzella attendere gli enopodisti, in assetto da team di rianimazione cardiopolmonare d’urgenza (visti i precedenti del DeeDeeBaldwin dell’edizione 2008).
100Jaq, taglia il traguardo in 4h1min, resta tramortito dalla considerazione che se invece delle Kayano avesse avuto le 2130 (più leggere di 30 grammi) avrebbe limato 1,3 secondi a chilometro che l’avrebbero proiettato di botto sotto le 4 ore.
Stopparus taglia il traguardo, si avvicina ristoro chiedendo “Avete birra?” “No assolutamente” “Ah, allora non voglio niente grazie”, corre al ritiro bagaglio con uno sprint mai visto nei 42 chilometri precedenti “La mia borsa, grazie” “Che sboro toso, quanto pesea ‘sta saca?” “Eh, quando non dovrò più portarmi la birra da casa la borsa peserà meno”, si beve la prima birra, si apre la seconda e vede 100Jaq là che, persosi a contare con le dita la tabellina dell’unovirgolatre, non riesce più a capire dove deve andare a ritirare la propria borsa.
Attardato poi da un blitz nel nucleo antiterrorismo a cui ha dovuto spiegare che quella che i cani fiutavano come antrace era in realtà glucosio purissimo e che alcune teorie sostenevano che l’esposizione dei pastori tedeschi allo iodio dell’adriatico (d’altronde essendo tedeschi non erano abituati) poteva causare fenomeni di diabete temporaneo, e quello era il motivo per cui abbaiavano sentendo il glucosio, arriva Borelji accolto dal boato della folla e da uno speaker inferocito, probabilmente cliente di una nota banca locale del veneto orientale….

PostEpilogo.
Cosa dire, stravaccati ai giardini di sant’elena, pasta al pesto, salame formaggio, pan biscotto, fregolotta e birre a pioggia, come chiamarlo se non l’ennesimo CABERNETRIONFO?
E la VeniceMarathon si conferma sempre e comunque LA MARATONA, anzi come piace dire a noi L’AMMARATONA!!!
Appuntamento allora al 24 ottobre 2010 per la 25^ edizione della Venice.

24 ottobre 2009

E poi ci troveremo come le star, a bere maltodestrine a Strà (Vasco perdono!!!!)



Tra 24 ore saremo sull
a macchina che
porta a Strà...
Seimila matti in maglie colorate, a fare l'ennesima colazione a base di barrette e integratori, a mettersi in coda per il bagno, a sudare, sognare, sbuffare, pregare, emozionarsi, farsi le foto...
tutto chiuso nelle borse, tutto pronto, scarpe allacciate, pantaloncini allacciati, cardio allacciato, cappellino o bandana, bustine di gel nelle mutande e pastigliette di enervit in tasca, maglietta ben distesa, pettorale spillato, un segno della croce e quattro piegamenti proprio perché "eh, prima bisogna fare un po' di stretching".
Poi, si aprono i cancelli, tutti dentro nelle gabbie, chiaccherare, ridere, salutare l'elicottero della RAI, pensare che tua moglie a casa magari ti riconosce in mezzo a seimila persone, alla fin fine quella maglietta lì ce l'hai solo tu... cominciare ad avanzare, stringersi, spingere, cardio a 105 bpm anche se sei fermo, brividi sulle braccia, l'ultima stretta di mano con gli amici, l'occhio si bagna un po', la musica aumenta, lo speaker urla.... sparo... bip dei cronometri... emozione....
Ehi Venezia, mancano ancora 42 km, ma aspettaci, stiamo arrivando!!!

In bocca al lupo a tutti!!!!

1 ottobre 2009

Il punto tecnico

di Mario Cotelli










Molto spesso i numeri, le statistiche, se ben lette, possono dire molto di una prestazione, anche più di quel che i protagonisti sanno o vogliono raccontare (e celare!).
Osserviamo ad esempio i passaggi cronometrati ai parziali della maratona dei nostri eroi, visualizzati nel primo grafico.
Come si vede sia Borelj che Tergat presentano una condotta di gara piuttosto regolare con una pendenza della curva che non aumenta molto col passare dei chilometri, segno di saggezza tattica, lungimiranza e acuta gestione delle proprie energie.
Per quanto riguarda Beep Beep invece emerge un primo disagio dopo la mezza maratona quando la pendenza della sua retta dei tempi cambia, anche se di poco, quindi un secondo, decisivo, disumano, stratosferico crollo ai 35 km, dove evidentemente ha iniziato a camminare. L'intersezione con la retta di Tergat avviene attorno al 38o km (si parla di tempi al netto del gap di partenza, Tergat è partita 7 minuti dopo gli altri 2 atleti Cabernet e quindi ha realmente superato Beordo un paio di km dopo o giù di lì).
Osserviamo ora il secondo grafico, che presenta invero alcune curiosità.
Si tratta della media "minuti al km" dei vari parziali di gara dei nostri eroi.
Il primo aspetto che balza agli occhi è la media da gambero rosso di Beep Beep dal 35 o km in poi, arrivando ad un 13 minuti al chilometro da guinness (equivale a 4.6 km/h, ricordiamo per dare dei riferimenti che l'animale terrestre più veloce è il ghepardo con 110 km/h e il più lento è la lumaca con 0.05 km/h e restando tra i mammiferi il bradipo tridattilo con 0.16 km/h fonte Wikipedia).
Ma appare molto curioso anche come l'aspetto psicologico si evidenzi nei numeri, i nostri eno-atleti, quasi ad annusare il nettare del traguardo della mezza e della maratona, accelerano poco prima di questi riferimenti, e la cosa vale anche per Beep Beep, pure infortunato, anche se solo alla mezza maratona.
Stabilire dei traguardi al quarto e ai tre quarti di maratona con altrettante dosi di buon vino potrebbe essere una seria proposta da fare agli organizzatori delle maratone cui partecipiamo, per aiutarci a migliorare i nostri tempi.








29 settembre 2009

20.09.2009 – Berlino, l’ultimo muro!

Doveva essere la maratona più veloce del mondo, ma nel confronto a distanza Gebreselasie resta sotto il suo record, mentre il Borelji migliora di più i dieci minuti il personal best.


Caldo africano ed umidità tropicale hanno accolto i nostri atleti Anatoli Borelji, LaGazzella e BeepBeepBeordus, accompagnati dallo staff tecnico EmmePiEmme e LucyP all’arrivo nella città divisa, simbolo storico delle lacerazioni di un’Europa che non vorremmo dover ancora ricordare ma che imperituro monito resterà nelle nostre memorie. E i nostri atleti, nel bene e nel male, difficilmente riusciranno a dimenticare l’avventura berlinese. E sì che per alcuni di loro le premesse erano ottime: i climi afosi e tropicali sono quantomai consoni a LaGazzella, che ricordiamo ha svolto nelle passate stagioni anche stage di allenamento nei parchi della namibia, quando ogni mattina al risveglio doveva fuggire dai leoni (“non importa che tu sia leone o gazzella…”??? eccome se importa, fa una bella differenza!!!); il BeepBeep, poi, informato dalle sue talpe delle condizioni meteo previste (sarà come correre nelle giungla) aveva impostato una preparazione un po’ atipica per un maratoneta, concentrando le sedute di rifinitura nei boschi dei Colli Euganei, anche se per la verità con fortune un po’ alterne.

Ma LaGazzella questa volta aveva deciso di farsi leone (in senso metaforico, non “il leone”) e rendendosi conto che quello che ci voleva era la strategia vincente, quale migliore chance se non attingere direttamente alla fonte del mago delle strategie, specie nella gestione alimentare in corsa? E allora, viaggio riservato tra LaGazzella ed il BeepBeep, separati dal resto del team, concedendosi tra l’altro pure una romantica giornata preliminare di acclimatamento in più (e taciamo quante malelingue hanno urlato all’inciucio); si narra che già alla partenza dalla stazione ferroviaria di Padova LaGazzella avesse vestito i panni della tenera infermiera-portantina, caricandosi tutti i bagagli e aiutando l’incidentato euganeo (ehm, intendevo il podista dei due mondi) a salire a fatica i tre scalini del treno, che gli si paventavano davanti peggio di una cima coppi. Dalle dichiarazioni prima della partenza nel corso di un’intervista telefonica già si capiva quanta premura avrebbe riservato la nuova stella dell’infermierismo podistico alla sua nuova guida spirituale: “Quando atterriamo faccio scendere prima lui dalla scaletta dell’aereo, che non succeda che mi cade addosso”

Ma tra un ritiro pettorali e vari vassoi di wurstel stinchi e costicine, “ma senza crauti sa, siamo atleti, mangiamo solo verdura cruda, quella cotta perde i minerali e le vitamine e, gentilmente, la birra me la può sgasare, non vorrei mai mi si gonfiasse lo stomaco perchè sa, abbiamo le divise da gara un attimino sfiancate in vita ma appena appena, cosa ci vuol fare, le ha scelte uno che ha una postura di corsa un po’ ambigua” (a questo punto il cameriere turco ha cominciato a pregare che il suo paese non entri mai nell’unione europea, se devono fare la fine di sta gente...) si arriva alla vigilia della fatidica ora.

Bando alle ciance, tutti sulla starting line, tre due uno, sparo dello starter, via si va, si va, si va… ma allora si va o no??? Eh sì, avete voluto la maratona oceanica, e mo’ aspettate un quarto d’ora prima di partire, che credete di essere alla marcia dea brosema? Il Beo e il Borelji, penultima gabbia, ingannano il tempo in attesa che la marea umana si metta in movimento con tre su cinque giri di morra al meglio dei nove (parziali 4-5, 5-4, 5-2, 5-0 per il Borelji, si capiva che per il Beo oggi la tenuta sulle lunghe distanze sarebbe stata difficile); LaGazzella, invece, relegata da sola in ultima gabbia quale ennesimo atto discriminatorio nei confronti delle donne da parte di quei due sciovinisti fallocrati AmiciDiPapi che stavano là davanti, si ripassava (oltre alle unghie) tutti gli insegnamenti raccolti in quei due giorni di seminario beordiano, giusto per essere sicura di fare esattamente il contrario, soprattutto della regola numero uno della scuola legnarese che recita: “Parti più forte che puoi che tanto dopo rallenti per forza, quindi tanto vale che guadagni più strada possibile all’inizio!”

La corsa abbia inizio. Il Borelji parte, e per 42 km decide di omaggiare la città teutonica con il suo celebre passo di corsa “la farfallina ondeggiante di stelo in stelo” ispirato ad una delle più famose manifestazioni ospitate dalla Berlino del nuovo millennio (la Love Parade) e, una volta messa in ciclo continuo nell’mp3 l’intera collection Best of Village People carica la molla alle sue gambine per prodursi in quei quarantaduemilacentonovanacinque passi da sogno che lo porteranno ad alzare le braccia al cielo sotto la porta di Brandeburgo.

Per il Beordus la strada è tutta in salita, nonostante dopo i bombardamenti del 1945 a Berlino di salite non ce ne siano poi tante… parte un po’ contratto, riflettendo se la ramazzata presa a morra nel pre-gara sia stata sufficiente ad esaurire il plafond di sfiga della giornata o se ci siano ancora margini di peggioramento. Pensaci un po’ al ristoro del 5° km, pensaci un altro po’ al 10° e ripensaci ancora al 15°, va a finire che uno se le chiama da solo, e fresco e riposato come una rosa chi ti bussa alla porta del Beordino???? E’ chiaro, il dolorino!!!, che stavolta però, complice il reale infortunio occorsogli nel tentativo di simulare un infortunio tattico nella settimana precedente alla maratona, parte dalla sinistrata caviglia per poi arrampicarsi lungo gli arti inferiori prima e superiori poi, fino a tramutarsi in dolori intercostali, congiuntivite, blocco cervicale, palpabilità epatica, principio di prostata e gomito del tennista. Nulla da dire, non una maratona ma una via crucis, in cui i flagellatori non si susseguivano tra loro ma andavano a cumularsi l’uno sull’altro, con un’escalation così fulminea di magagne che avrebbe mandato in crisi anche il Dottor House

Pensate cosa devono aver pensato gli addetti della croce rossa teutonica che cercavano in tutti i modo di fermarlo, non capendo nulla dello spirito del podismo masochismo che fu la prima fiamma di ispirazione del movimento dei Cabernet Runners.

E LaGazzella? Risolto il problema che comunque non importa che tu sia leone o gazzella tanto non c’è verso che tu riesca a dormire cinque minuti di più alla mattina, nemmeno se è sabato, e la domenica mattina già lo sappiamo che è persa per andare ad inseguire nutrie alle corse FIASP, parte alla rincorsa dei due CaberMen. Inutili i tentativi di chiedere informazioni ai maratoneti che superava lungo la via: “Scusate, ma per caso gentilmente non è che avete visto due, uno pelato e uno che corre in modo ambiguo, con una maglia come questa?” Vi lascio immaginare le risposte: “Ah, Kabernet, italiano fino molto guten Prosit Prosit (e qui di solito ci stava pure un ruttazzo al doppio malto) Italia bella, io amare italia, tu bela nocca (i tedeschi non sanno pronunciare la gn) bionda corre con noi yaa italia spaketti bella ferma dofe corre tu?!?!”

A questo punto LaGazella si rende conto che due erano le alternative: o rifugiarsi dentro l’ambasciata o accelerare. E accelera accelera accelera, chi ti trovo davanti? La sagoma ormai storpia e claudicante del Beordo di Notre Dame. In quel momento LaGazzella capisce che leone magari no, però un po’ iena alla fin fine lo è pure lei: “Ah sei qui? Ma scusa, perché cammini, guarda che i musei li andiamo a vedere domani, oggi c’è la maratona, ti sei confuso? Aahh, hai male…. Beh ce n’è tanta di gente che soffre a questo mondo e mica tutti fanno così tante storie, pensa a Pistorius, lui è messo peggio di te, però ha più dignità quando corre e non fa tante smorfie di dolore e almeno tu le gambe ce le hai. Ma ascolta, il Borellik è avanti immagino… ok ciao vado con lui che corre, poi tanto lo sai l’indirizzo dell’albergo, e stai attento ai tombini che non ti fai male ancora”.

Epilogo della corsa. Anatoli Borelji straccia il suo record personale (vabbè sarebbero solo 10 minuti di miglioramento, ma diamo enfasi alla cosa) ma festeggia passando sotto la porta di Brandeburgo a braccia alzate, ascelle depilate e sorriso smagliante, un po’ come Diana Ross quando in abito lungo scendeva la scalinata del palco di Broadway, lanciando baci a tutti i supporter che lo hanno letteralmente spinto da dietro per tutta la corsa.

LaGazzella, causa anche uno schianto clamoroso conto il muro del 35°km (e notoriamente a berlino con i muri non si scherza), arriva un po’ indietro rispetto alle sue tabelle di marcia, ma gongolando tra sé e sé, che stavolta anche lei ha qualcun altro da stare ad aspettare dopo essere arrivata (eh, se una è iena è iena).

E il Beo?: beh, buttato il cronometro nel fiume, diciamo che di sicuro è arrivato primo nella categoria dei politraumatizzati e una menzione d’onore nel panorama della scuola dello stoicismo non gliela toglie nessuno.

Complimenti comunque a tutti i partecipanti e allo staff tecnico di supporto; la sfida ora si riaggiornerà alla maratona di Firenze, per cui stanno affilando gli artigli anche DeeDeeBaldwin, DoctorLukash, 100Jaq e, forse forse, un Viagem che, raggiunto telefonicamente, non ha negato la possibilità di partecipare in extremis…. E in riva all’Arno andrà in scena un altro capitolo di questa epica saga!!!

Nunc est Bibendum

18 settembre 2009

Clamoroso: Beordopoli!!!

Alla vigilia dell'appuntamento berlinese veleni sulla figura del Potro de Leñaro

Forse il più grande raggiro della storia del podismo dilettantistico (e dilettantistico fino a un certo punto..) sta apparendo dinanzi ai nostri occhi. O almeno, stando al dossier svelato da Il giornale, parrebbe proprio così.
Molte prove, alcune delle quali schiaccianti, farebbero pensare che il nostro eroe, il rappresentante sommo dello spirito Cabernet, colui che tutto muove sotto la spinta dei suoi piedi e del suo propellente eolico, stia compiendo un enorme inganno, nella migliore delle ipotesi ai suoi compagni di avventura alla maratona di Berlino, ma taluni temono addirittura nei confronti dell'intera associazione dei Cabernet Runners.
Ma esaminiamo i fatti capitati in questi ultimi giorni con ordine.
Beep beep è un personaggio mitico, costruito su dei postulati assoluti che ne facevano la sua debolezza e contemporaneamente la sua forza: chi non conosce i suoi famigerati "dolorini", piccole difficoltà muscolari che diventano vere piaghe col passare del tempo sino a impedire la realizzazione di ogni aspettativa sportiva riposta nell'atleta dei due mondi.
E chi non si ricorda delle sue problematiche gastrointestinali, quasi un cronometro naturale che scandisce i minuti, per non dire i secondi, prima della partenza di ogni evento podistico di una certa rilevanza cui lui partecipa.
Beep Beep, ha corso su tutto questo, adattando i propri allenamenti e la propria dieta a queste difficoltà, scartando il vino bianco, tutti i pesci esclusa la sogliola, i dolci, il caffè, i sughi col nome in lettere di numero dispari, le bibite con contenuto in gas superiore al 3% e così via.
Queste attenzioni non hanno permesso di ottenere risultati sportivi tecnicamente molto rilevanti, ma ci hanno donato un personaggio amorevole, cui affezionarci.
I compagni di corsa non sentivano la sfida con Beep Beep, perché queste continue incertezze lo ponevano sempre su di un'altra categoria: l'associazione tutta voleva che l'atleta legnarese abbattesse il muro delle 4 ore sulla maratona, perché il significato umano di questa affermazione sarebbe stato eclatante e importante per tutti.
E così le prime segnalazioni del sabato pomeriggio, ad opera del suo fido compagno di corsa collinare Viagem Malone, che davano un "Potro" acciaccato alla caviglia per un infido passaggio simile alla "Carcentina" della pista Stelvio di Bormio, quasi confortavano il gruppo, per la normalità della notizia. Era lui, sempre lui, El Potro, che poi avrebbe in ogni caso esorcizzato a modo suo la maratona berlinese.
Non era così.
Su segnalazione della cimice catalana "Tintoretto", appellativo artistico che cela una delle talpe che hanno svelato "l'operacion Puerto" in Spagna, si è saputo con certezza che lunedì all'alba l'atleta legnarese saltellava in cucina di casa sua con la caviglia incriminata con fare gagliardo e ghigno di sfida.
Non solo.
La sera prima alcuni letterati mantovani lo hanno individuato in una pizzeria semideserta in zona stazione, intento a mangiarsi una pizza con uova, gamberetti, e calamari fritti nell'olio del locomotore del Verona-Mantova. Pare che la digestione sia stata istantanea.
Due dunque le ipotesi sul campo.
La prima, più veniale, che Beep Beep stia fingendo da mesi, forse anni, malesseri e dolori, per poi piazzare, a freddo, un colpo da ko ai suoi compagni-avversari di corsa. Si suppone che, mangiando senza difficoltà una pizza del genere, il suo stomaco in realtà possa permettersi di ottenere energia anche dalla gomma della suola delle scarpe e comunque in modo istantaneo. Una perizia richiesta dalla nostra testata, recita di un tempo ben al di sotto delle tre ore sulla maratona, stante la potenzialità di stomaco dell'atleta in esame, come si può evincere dal grafico in figura.
La seconda ipotesi, più fraudolenta, parla di una truffa perpretata ai danni dei Cabernet Runners per svalutare il proprio cartellino e vendersi alla squadra del CUS-CUS Padova ad un prezzo irrisorio. L'ex team dell'atleta legnarese infatti non ha mai nascosto i suoi propositi di riprendere in seno Beep Beep, cosciente delle potenzialità reali del corridore. Sembra che proprio sabato scorso ci sia stato un pranzo ai massimi livelli tra Beordus, il cda del CUS-CUS, Luciano Moggi, Flavio Briatore e il medico Agricola. Lo zio di Beep Beep, atleta del CUS-CUS ma prima ancora persona di totale integrità morale, pare abbia rivelato che l'incontro sia stato progettato per definire gli ultimi dettagli della manovra tesa a svilire il valore commerciale di Beep Beep.
E' chiaro che se i cronometri di Berlino dovessero sentenziare un tempo superiore alle 4 ore e mezza, il passaggio entro fine anno del Potro alla squadra amaranto potrebbe definirsi cosa fatta.
Pare però che Daniela Tergat, responsabile delle attività economiche dei Cabs e anch'essa partecipante alla maratona di Berlino, abbia sguinzagliato lungo il percorso una serie di informatori dotati di macchine fotografiche e videocamere per verificare la condotta di gara di Beep Beep. In caso di irregolarità si prevede l'apertura di un contenzioso tra società e corridore che in confronto quello tra Renault, FIA e Nelsinho Piquet apparirà come una puntata di Forum.

14 settembre 2009

13.09.09 Aspettando Berlino, una Cabernet domenica come tante?!?!

Siamo a meno sette dalla Berlin Marathon e cosa c’è di nuovo sotto il sole? Nulla ovviamente! L’annoso gioco al rimpiattino del non svelare le proprie carte ancora una volta ha visto i tre CaberEroi mascherare le performance.

Borelji: si cimenta sulla mezza maratona di S.Giorgio delle Pertiche, nasconde il proprio vero ritmo assumendo uno StoppaRus mai così in forma negli ultimi 15 giorni, già dimagrito di più di 2000 dei 3500 grammi presi durante le ferie, come pacemaker inverso, in funzione di zavorra invece che di lepre, per riuscire a tenere a bada le sue potenti e scalpitanti leve e lasciare così ancora per una settimana a covare sotto la cenere l’istinto omicida dal running killer, metabolizzato in settimane di training autogeno. La mascherata dura però solo fino al 15 km quando il Borelji, scorgendo all’orizzonte la scritta Everlast, il suo marchio preferito di abbigliamento fitness, specie se stampato sul retro di un gonnellino, dimentica le sue omertose strategie e lancia all’inseguimento di quel brand (si chiama così adesso...) da favola: lima così 10 secondi a chilometro passo dopo passo, arrivando al traguardo con un parziale sotto i 3min/km…. Sentite odore di bruciato? E‘ il record stagionale in maratona dei Cabernet Runners siglato ad aprile dal doctorlukash che se ne sta andando in fumo, ma lui noncurante affoga il dolore e la faccia nelle penne al ragù del pasta party.

LaGazzella: per un errore di calcolo si trova sul medesimo tracciato del Borelji… che fare? Temendo che in gara il perfido possa attuare uno dei suoi sotterfugi (armi batteriologiche, lance termiche, alabarde spaziali, sgambetto in corsa) boicotta la maratonina ufficiale, rinunciando a spaghetti funghi triolati e bocciono di vino del pacco gare, e ripiega sulla non competitiva, riuscendo così ad anticipare di un’ora e trenta la partenza: inoltre con uno sprint felino si libera della marcatura asfissiante di LadyMPM, capofila dell’entourage del Borelji, da questo sguinzagliato alla caccia della Gazzella per carpirne i segreti di corsa; e, una volta giunta all’arrivo, dribbla adducendo non meglio specificati motivi familiari anche il tentativo di raccogliere le impressioni a caldo da parte di Tumbleweed, del team StoppaRo, che presidiava con fare inquisitorio l’area di arrivo.

BeepBeepBeordus: el potro decide invece di giocare la carta salutistica: niente inquinato asfalto per lui, ma una rigenerante traversata tra il verde delle colline per ossigenare polmoni e tonificare le gambe in attesa dei fatidici 42,195 km in salsa crauti che lo attendono. Accompagnato dal ViagemKaruso, suo Personal Main Trainers Coordinator, e seguendo le tabelle alimentari prescrittegli dal guru PolBot il podista dei due mondi si lancia sui pendii della Marcia di Bresseo di Teolo….. Peccato che si lancia un po’ troppo: sembra infatti che beepbeep in un tratto in contropendenza in traversata non si avveda di una voragine nel tracciato, occultata sotto dell’erba fresca di sfalcio ma non ancora rimossa, rovinando paurosamente al suolo. La perfezione con cui è stata scavata la buca e la maestria con cui è stata nascosta non possono però essere casuali, ma di sicuro celano una regia occulta: le testimonianze raccolte da gruppi di bracconieri notturni dei colli e da alcune coppiette che si erano nottetempo infrattate lungo il percorso, che ovviamente hanno chiesto di restare anonimi, concordano nel riferire la presenza di una sinistra figura con le gambe secche secche che si aggirava nei dintorni con badile in spalla e falcino in cintura fanno capire che lo zampino del perfido Borelji nemmeno questa volta si è risparmiato, pur di poter eliminare la concorrenza ancora prima di presentarsi sulla linea di partenza.

“Un anno di preparazione per la Maratona di Berlino buttato in malora” è stata la dichiarazione del Beordus (ndr: un anno di preparazione?!?! Ma va là, Beo, va là va là). Preoccupato sembrava comunque il tono del CoachKarusobello: “sembra si tratti di una distorsione di 8° grado, effettueremo nella giornata di lunedì gli approfondimenti diagnostici del caso e poi scioglieremo la prognosi: è comunque certo che con un Beordus menomato anche l’evento berlinese perderà smalto, sarà poco più di una qualsiasi corsetta rionale”.

Ed il DeeDeeBaldwin: originariamente avrebbe dovuto scortare nelle sue cavalcate il beepbeep lungo il percorso euganeo, ma si sa, l’uomo è molto sensibile alla mission di proselitismo che gli è stata assegnata direttamente dal presidente dei CabernetRunners. Pare che nella sola corsa di questa domenica sia riuscito a importunare eheemhh, intendevamo dire proselitizzare almeno una trentina di potenziali nuove CabernetGirls: Baldwin, la prossima volta però ricordati di dargli anche il numero di telefono del presidente…. egoist ca non ti è alter!!!

8 settembre 2009

Ciclone si abbatte sul podismo italiano: i Cabernet Runners spopolano a Montegrotto. E' già dittatura mediatica?

A dispetto dei risultati tecnici maturati sinora non proprio esaltanti (pedestri, non eno-gastronomici ovviamente), la moda dei Cabs miete proseliti e affascina il popolo. Il resoconto di una domenica esaltante.


E' sempre così quando in un ambiente un po' tradizionalista si affaccia un gruppo di persone coraggiose e innovative: succede che il banco salta, e nasce un nuovo sistema di riferimento nel settore (WOW). Così si è percepito ieri nell'aria frizzante di Montegrotto Terme, con questo gruppo di ragazzacci che sono i Cabernet Runners, tanto smaliziati nella comunicazione da saltare letteralmente sul palcoscenico dei gruppi più numerosi, famosi e vincenti del padovano.
Ma procediamo con ordine nel raccontare questa giornata che ha visto la celebrazione pubblica dello spirito invidiabile che contraddistingue la nostra neo-nata associazione.
Come al solito i Cabs hanno obiettivi distinti e coprono ogni forma di sfida e competizione: ci sono i Berliner Cabernetiken (Beep Beep, Tergat e Borelj) che curano le ultime settimane di preparazione prima della maratona e decidono di correre i 21 km della marcia collinare di Turri in maniera molto scrupolosa. C'è StoppaRO, che vuol far sentire vicina l'intera associazione all'importante impegno dei tre e quindi corre pure lui i 21 km. C'è 100 Jaq che corre per il premio staffetta-famiglia e coinvolge moglie e figlie sulle distanze più brevi, seminando per il futuro, con visione lungimirante del gruppo. E ci sono i Cabernet "pellegrini" Gelindo Bottoni e Viagem Malone, che partecipano alla corsa dei 14 km per iniziare al gruppo e alle ludiche fatiche dei Cabs l'adepto Carlito's Way, ancora alla ricerca della sua strada.
Complice la splendida giornata, con cielo terso, umidità a zero e temperature gradevolissime, la corsa di Turri vede una nutrita schiera di partecipanti, segnando il vero rientro alle attività per molti di loro. Gli sterrati di Villa Draghi e del Monte Ceva, con le loro salite al limite della corsa e le discese tecniche e "attrezzate" da corde, mietono una spietata selezione: non pochi scoprono, lungo il percorso, quanto sdrai e divano abbiano nociuto alla loro forma durante l'estate. Così non si può dire dei Cabernet Runners, che, complici gli allenamenti mai interrotti, i pellegrinaggi ciclistici estivi, e le grigliate all'aperto organizzate con meticolosa continuità, producono un po' tutti prestazioni più che discrete. In particolare si sottolinea l'ottimo tempo di Beep Beep, arrivato fresco come una rosa al traguardo dei 21 km, che con ogni probabilità nei test ciclistici svolti tra toscana e lazio, ha scovato il cocktail vincente a base di cocomero che gli ha permesso di risolvere i consueti problemi gastro-intestinali. Questa tonicità dei nostri non può passare inosservata anche al più disattento degli osservatori, ed è così che all'arrivo in parata di Viagem Malone e Carlito's Way, quest'ultimo sanguinante ai piedi per le stimmate maturate lungo il percorso (assieme ai gradi di socio dei Cabs), il radiocronista di corsa non può che esaltare se stesso e il pubblico astante per la prestazione del duo eno-gastrofilo.
I due, un po' sorpresi, si portano in zona ristori tra ali di folla plaudente.
Il resto è storia. La presenza nella classifica dei gruppi più numerosi per la prima volta nella giovane storia dei Cabs, i premi (in bottiglie di vino ovviamente) vinti, le interviste in zona premiazione di Viagem Malone prima e dell'autorevole StoppaRO "the president" poi, gli applausi, i pubblici riconoscimenti dei sani valori che guidano questi ragazzi più e meno giovani a trionfare il sabato sulle tavole di mezzo veneto e la domenica su quelle meno imbandite ma pur sempre accattivanti dei rinfreschi di corsa.
E' una storia giovane quella dei Cabernet, ma già ricca di episodi e successi. Avanti così.

7 settembre 2009

11.07.2009 I Cabernet Runners sono realtà

Ebbene sì, adesso non ci ferma più nessuno!!!
Avevamo fior fiore di maratoneti, di centochilometristi, ciclisti, critici culinari pronti a soppesare con il bilancino i ristori di ogni corsa, esperti nutrizionisti, alchimisti, gazzelle, trafficanti d'armi, ristoratori, maghi del meteo, gente che beveva integratori "per x che va da 1 a n" come se nulla fosse, altri che ingurgitavano gel per capelli solo perché costavano meno di quelli di maltodestrine, distillatori abusivi di grappe, pettinatori di stelle e diluitori di saponette....
Avevamo tutto quello che ci serviva, per poter essere felici tranne una cosa. Sì lo sapevamo che sarebbe stato difficile, e proprio per questo abbiamo deciso di narcotizzarci con stuoli di libagioni e fiumi di beveraggi: ore e ore fino allo sfinimento, fino a frantumare ogni residua resistenza (wow, un'allitterazione), ehm, dicevamo ogni residua resistenza: a notte inoltrata nulla era rimasto più da opporre e passandocela di mano in mano a turno (la penna, che avevate capito) ognuno ci ha messo la firma..... ABBIAMO REDATTO L'ATTO COSTITUTIVO, MA SSSSIII', MADDDDAAAAIII, MA VIENIIIII, SOTOMAYOR, SIAMO UN'ASD CIOE' UN'ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISITICA, mica balle di fieno direi!!!! Cabernet Runners ASD, 'azz, suona pure bene direi!!!

Quindi se non si è ancora capito, dopo aver portato una tinta di colore sui tracciati delle più importanti maratone del mondo, delle migliori marce FIASP della provincia di padova e sui più affascinanti percorsi delle dolomiti, i Cabernet Runners, nella notte del giorno undici di luglio dell'anno di grazia duemilanove hanno reso ufficiale la loro esistenza.
Quattordici sono stati i soci fondatori che hanno posto la firma in calce all'atto costitutivo e che, con le loro ultime forze, hanno nominato il direttivo del Gruppo: presidente doctorlukash, vicepresidente 100Jaq, segretaria amministrativa la Gazzella delgi altipiani, consiglieri direttivi Viagem e NikTyson..... MITICI!!!

Che dire buon lavoro al direttivo e ....
ADESSO SI BRINDA,
E NON CON IL TE' CALDO DEI RISTORI!!!!
Cabernet Runners forever!!!
(nella foto, il presidente neo eletto, con sguardo inebetito dalla felicità, firma l'atto costitutivo)

21 marzo 2009

L'Italia dura 25 minuti.... BeepBeep va oltre!


Confronto a doppia velocità quello che si è visto oggi pomeriggio al Flaminio: da una parte un'Italia che ha lottato, spinto ed entusiasmato le folle per soli 25 minuti, per poi essere messa KO da un 1-2-3 micidiale; che dire, il XV azzurro ha oltremodo mostrato i propri limiti di tenuta, psicologica e fisica, facendo sembrare galletti da combattimento quei quattro pollastrelli bagnati che la settimana scorsa erano stati lessati in terra d'oltremanica.

Limiti che, dall'altra parte, non conosce invece l'icona del movimento dei CabernetRunners, il nostro BeepBeepBeordus che, sotto le gradinate del Flaminio, ha sprigionato fuoco e fiamme che sono stati l'unico antidoto al vento gelido per i 50.000 presenti allo stadio romano.
Antefatto da premettere, l'ennesimo tentativo di sabotaggio famacologico operato dal Famigerato Borelji, il quale nel corso del pastaparty del Marathon Village ha frantumato nel piatto del Podista dei due mondi una serie di pastigliette azzurre con una una V impressa, da lui malignamente spacciate per Vigulì all'anice. Sarà stata la pasta, sarà stata la tensione repressa per le fasi concitate del pre-gara, ma alla vista delle Cheerleaders del Flaminio El podro sente risvegliare dentro di sè l'istinto del gaucho de la pampa, che già l'anno scorso gli costò notevoli grattacapi con un tale Giò di Tonno, e che lo obbligò ad una repentina fuga dal retro di quell'alberghetto ad ore a fianco del Teatro Ariston di Sanremo.
Ed infatti, raggiunte le fanciulle col gonnellino svolazzante al loro rientro nel tunnel dello stadio, il tanguero de legnaro ha dato fuoco alle polveri, e da lì in poi sono stati 80 minuti di duetto tra sopra e sotto la tribuna.
Un , deux, trois, quatre... contava Marc Lievremont sulla tribuna, mentre col pallottoliere annotava le mete dei suoi; Un Dos Tres, Alé Alé Alé se la cantava da sotto la tribuna El Podro Puro Sangre, che attorniato dalle Chicas Meia Desnudas in visibilio, andava ripentendo: "Tranquille Cocche, sì che se po' fa', sì che se po' fa' (un po l'obama de noantri), tanto domani faccio un 42km di defaticamento, basta che non saltiamo i ristori, che l'ultima volta che ho fatto performance qua a Roma, se correvo nel Biafra pativo meno la fame".
Al triplice fischio di Mr.Roland, eccolo sbucare dal tunnel degli spogliatoi, colletto alzato e sorriso del vero trionfatore del Flaminio, per il giro di campo d'onore, ad omaggiare il pubblico osannante.
E alla fine, come promesso, congratulazioni reciproche tra i due simboli carismatici delle formazioni dei Blues e dei Caberbet Runners e scambio dei doni di rito: Chabal, come già anticipato da Le Figaro ha portato in dono al Boerdus un campione della pozione segreta della sua lozione per capelli; allo scambio, oltre al gagliardetto l'Orco ha preteso però dal BeeepBeep anche il numero di telefono del suo barbiere.
"Ma non finisce qui, accidenti, doppio e triplo accidenti" è l'unica dichiarazione che i cronisti sono riusciti ad estorcere a MPMPatty, leader storica e responsabile logistica dei supporter del Borelji, "domani è un altro giorno". E sarà un'altra battaglia senza esclusione di colpi, aggiungiamo noi.

Cronaca di una primavera di fuoco


Maratona di Roma, Transeuganea, Maratona del Santo e poi chissà che altro attende i paladini dell'enopodismo: ma la preparazione non è stata semplice, episodi oscuri, preasagio di saghe che resteranno epocali, hanno costellato il percorso di avvicinamento ai grandi eventi.

Anatolji Borelji vs. BeepBeepBeordus
Sarà sfida infinita? Per il momento sembra più una soap opera: i due giocano praticamente a nascondino da quasi un mese, adottando le tecniche di allenamento più divergenti e stravaganti possibili.
8 marzo, Borelji e Beordus festeggiano la donna in modo differente (Podro del Legnaro, adelante adelante). Il Borelji prende parte alla Belluno Feltre, percorre i primi 30 chilometri a ritmi da paura, praticamente arriva ai ristori in tempo per aprire le bottigliette di acqua per Pertile, arriva ad una trattoria alle porte di Feltre in 1h15, dopodiché per simulare un po' di afffaticamento si ingozza di salsiccie feltrine fagioli in umido e merlot adulterato, rutta sonoramente e comincia a correre all'indietro e dopo un'ora e mezza viene raggiunto all'altezza del 28° km da 100Jaq e DoctorL, simulando un crollo dovuto ad un "ritardo di condizione, mancanza di allenamento, come potrò mai correre a roma in queste condizioni, guarda se vuoi ti dò il mio biglietto, è anche inutile che vada", arriva in un 3h05 assolutamente ingannevole.
A Monselice invece le carte coperte le tiene il Beordus, sempre alla maniera Borelliana, partenza a missile e poi si finge di non farcela. E proprio a razzo parte il Beordo, con le sue potenti leve che scaricano centinaia di cavalli sul terreno, terreno che però non sempre riese a sostenere la spinta del nostro Sauro; ed infatti tentando di migliorare il proprio record sul kilometro verticale (20minuti) sradica le pietre secolari della scalinata del monastero di monte ricco, che era riuscito a sopravvivere anche ai bombardamenti della 2^guerra mondiale, causandosi, con l'occasione una lieve spellatura sulla tipo bambino che gioca in cortile all'asilo. I commenti rilasciati nel dopocorsa dal nostro eroe? Scontati: "è un infortunio grave, verificherò con il mio staff di masso-fisio-chinesio-antalgo-onano-terapisti se addirittura gravissimo. Mi viene a sostegno la possibilità di avvalermi di un gruppo di sciamani che esercitano abusivamente la medicina ayurvedica in una clinica clandestina camuffata da ristorante brasiliano, clinica già usata in precedenti occasioni dai CaberRunners per massiccie terapie orali. Farò una risonanza dal mago otelma, ma so già che l'esito  scontato: dovrò sospedere ogni allenamento, non arriverò mai in forma, avrò ritardo di condizione, mancanza di allenamento, come potrò mai correre a roma in queste condizioni, guarda se vuoi ti dò il mio biglietto, è anche inutile che vada" (e due, mo' famo collezione di biglietti per roma!!!).
15 marzo, Torreglia, l'apoteosi del nascondino, Boerdus e Borelji fanno a gara a chi corre meno, ovviamente senza mai incrociarsi. Il perfido Analtolji arriva presto, corre incappucciato per non farsi riconoscere, e prima che il beordus concluda il suo percorso lui è già in macchina che fugge; il Beordus, per contro arriva tardissimo, parcheggia praticamente a montegrotto perchè nessuno riconosca la macchina, si fa portare sul percorso da un furgone del latte, facendosi lasciare sul tracciato a corsa già iniziata, scala il Monte Pirio a pass di leopardo e giunto in cima si accerta che il Borelji sia salito già in macchina prima di cominciare a scendere.

Daniela Tergat, La Gazzella delgi altipiani, abbagliata dal miraggio della sua prima 42k, un po' come un naufrago sbattuto dalle onde dell'oceano, decide di aggrapparsi al primo appiglio che possa semrare condurla a termine della sua impresa ERRORE!!!! il primo appiglio che passa è il braccio malefico del Borelji, che la conduce in un girone infernale di allunghi, ripetute, e progressioni di fondo veloce-medio-lungo-lunghissimo-senzafine, fino all'apoteosi delle apoteosi, l'allenamento doppio (sabato sera+domenica mattina) in regime ipoglicemico, roba che anche i centochilometristi direbbero "ma vaffan'...", il tutto per aver un ritaglio di giornale con schemi di allenamento (peccato che la pagina prima del ritaglio titolasse: come preparare il metabolismo ad un 24 ore). Col fegato a pezzi a nostra gazzella compensava però sfogando le sue crisi di fame al primo ristoro domenicale che le capitasse, con ironici commenti dei volontari del ristoro stesso "ma se magna tutta sta roba dopo 3 chilometri, vien a correre par dimagrire o par ingrassare". Intanto però ridendo e scherzando è quella che ha macinato di più, inanellando due 30k nel mese precedente alla corsa, forse perché non soggetta ai ripetuti dolorini, raffreddori, coliche e fughe improvvise ai bagni e campi di mezzo mondo che colipscono ripetutamente i suoi clolleghi maschietti. Arrivata alla fine della Belluno Feltre meno sudata che alla partenza ("che fastidio tutta quele gente ammassata, non si poteva partire un po' alla volta") tra uno sbadiglio e un mazzeto di mimose ha commentato "beh, siamo già qui?". Speramo che a Roma la fermino dopo aver tagliato il traguardo e le spieghino che l'arrivo non è solo un altro ristoro intermedio.

E gli altri?
Dati ormai PolBot e NicTyson dispersi nelle nebbie della val padana (ormai anche loro come fossero novelle quindicenni vanno a correre solo se ci sono almeno 20 gradi), un ViagemKaruso ad intermittenza, max una corsa ogni sei settimane, mantiene il suo ritmo da paura ad ogni presenza, conservando le bone abitudini del "voi partite, io vi arrivo da dietro", che sempre molta inquietudine lasciano nel CaberRunners, appesantiti nel passo dal dover viaggiare con mutande di ghisa.
E DeeDeeBaldwin? Abbandonata per il momento l'abitudine di partire in base alla definizione delle sagome di chi è già partito, sembra essersi rassegnato alle partenze di gruppo: questo significa ovviamente che arriva con largo anticipo, giusto il tempo di preparare due linguine allo scoglio e un filettino al pepe verde al plotone residuo degli enopodisti che ha provato ad arrancare alle sue spalle per i primi 5 chilometri, prima di mandarlo a.... vanti.
Chiudono il plotone DoctorL e 100Jaq, che stanno ormai tentando il tutto per tutto in vista del primo grande sogno della stagione, la Transeuganea. La preparazione dello StoppaRo segue schemi ormai consolidati (....?????), cioè spriz e coesteroeo ma gli alibi alle sue performance deprecabili si affinano sempre più, anche grazie ai sottocosto del Mediaworld: l'ultima frontiera adesso è "Corro piano perchè mi porto dietro la macchina fotografica e mi fermo a fare le foto".
Di 100Jaq ormai la leggenda ne precede il passo (...azz che bella frase); arcinoto ormai all'interno del posto di lavoro come "quello strano, che viene a lavorare in cravatta ed esce in braghe corte perchè torna a casa correndo, deve avere dei problemi poveretto, forse non è soddisfatto e ha bisogno di nuovi stimoli oppure vuole risparmare sulla benzina nel tragito casa ufficio, e beh, con la crisi che c'è come dargli torto, comunque meglio così che il contrario, ci pensi se corresse venendo al lavoro la mattina poi tutto il giorno in ufficio sudato, ma che schifo, dove siamo finiti, non c'è più rispetto ormai", si sta ormai impadronendo di tutti i segreti del mestiere: questo mese è persino riuscito a fare funzionare il cardiofrequenzimetro.... ormai il mondo dell'atletica no ha più limiti per lui.

14 marzo 2009

Cabernet o Gatorade? Sondaggio alla Belluno Feltre

Cioè, si poteva correre come le persone normali???? NNNOOOOOO
E allora cosa si sono inventati i CabernetRunners per la Duesima edizione della Biella Feltre? Un bel sondaggio in corsa: "meglio il cabernet o il gatorade?".
Ovviamente si è trattato di plebiscito: su 1225 persone intervistate (praticamente ci mancano solo Pertile e Bourifa che non siamo riusciti a superarli per un pelo, abbiamo provato a urlargli dietro ma avevano l'Ipod a chiodo e non ci hanno sentito :-(  )


Riportiamo di seguito lo stralcio di una delle interviste condotte (qui siamo al sesto chilometro, si capisce dal fatto che le lingue non sono ancora felpate)



Solo se ci fossero dubbi sulla cosa, l'esito del sondaggio è stato quasi al 100%, tralasciando qualche persona che per dettami religioni a dovuto dire ghetoreid (ma si vedeva che gli dispiaceva tanto) a favore del "massico umor di bacco". 

Una cinquantina di persone ha poi risposto (si cita letteralmente)

"Ciò toso, chea sporca, te pare robe da domandare, par chi me gato ciapà, pensito che mi i me gabia tira su coi suchi de fruta, chea vaca, che quando ca gavevo do ani i me dava el fuso de poeo e un goto de roso in man e i me diseva magna puteo, ca te vien grando, chea bosega, dagheo a chei figarei dea piaza el ghetoreid, ca noialtri 'ndemo vanti a bombe de graspa"

Che dire, un'altra missione compiuta dai Cabernet Runners...



13 marzo 2009

L'idolo del mese: MARZIO !!!

Marzio Bruseghin, ciclista professionista, membro onorario dei Cabernet Runners, cresciuto all'ombra del dott.Dorigo e prova evidente della validità delle sue teorie, recentemente ha così risposto alla domanda sul suo stato di forma.
"Debutto mercoledì al Giro del Friuli. Io carburo lentamente. In questi tempi non sono mai in forma. Ma sto meglio di un anno fa. E molto meglio di una decina di anni fa. Passato professionista, mi ero trovato a disagio. Non capivo, non condividevo, non approvavo. Avevo perfino pensato di smettere".
Invece?
"Poi ho cercato, e anche potuto, essere me stesso. Fare quello che sentivo. Nella vita, da corridore e da uomo. Per esempio: lo so anch’io che a un bicchiere di vino si può rinunciare, e a un secondo si deve rinunciare, ma se quella rinuncia o quella eliminazione mi rendono scontento, o triste, alla fine perdo il mio equilibrio, la mia serenità. Voglio dire: quello che forse guadagno di fisico, certamente lo perdo di testa. E non sono più in pace con me stesso".

10 marzo 2009

Beordo vs. il cartello delle banche venete: volano lunghi coltelli affilati

La lotta per la supremazia nel gruppo dei Cabernet Runners passa per il miglior tempo nella maratona di Roma e a pochi giorni dall’evento quella che era una semplice sfida sportiva sta assumendo tutti i connotati di una vera e propria faida interna, fatta anche di colpi bassi e sabotaggi.
Tutto ha avuto inizio da una serie di dichiarazioni false di Beep Beep, tese a ridicolizzare il resto del gruppo quali quelle “Ho corso 5 km in 15 minuti” e “Posso recuperare 20 minuti già solo con un’impostazione di corsa migliore”.
Anatolj Borelj e Daniela Tergat hanno così deciso di far fronte comune per riportare il pendolino di Pettorazze a “quote più normali”. Dopo alcuni esperimenti a cavallo tra sport e scienza, come ad esempio la corsa ipoglicemica e, da parte di Borelj, una sbandata verso le discipline orientali ricercando la malattia quale purificazione del proprio corpo, i due hanno compreso che oltre a potenziare le proprie prestazioni occorreva incidere negativamente su quelle dell’atleta legnarese. Dopo averne fiaccato il corpo inoculando virus gastroenteritici nei rinfreschi personali beordiani, Borelj e Tergat hanno ottenuto da Capitalia, sponsor unico della maratona di Roma, di selezionare i famigerati “biscotti di Venezia” quale unico cibo solido presente ai rinfreschi. Da parte sua Beep Beep ha rinunciato a tutti i successivi appuntamenti podistici comuni al resto del gruppo per evitare nuovi avvelenamenti ed ha ritirato tutti i soldi dal suo conto in Veneto Banca. Long John Beordo pare abbia pure trovato a casa gli attacchi dei suoi sci opportunamente sabotati, ma la faida non sembra finire qui, visto che rumours del transatlantico danno Beordo a Roma già a inizio della prossima settimana, atteso dal Presidente del Consiglio Berlusconi per discutere della nazionalizzazione delle banche italiane. Non solo, pare che studio Altieri dietro pressioni non meglio specificate abbia modificato un progetto edilizio riguardante Sarmeola, facendo passare l’orbitale proprio sulle case di via Isonzo anziché a Bosco di Rubano. Speriamo che il 22 marzo arrivi presto e la maratona di Roma trovi il suo indiscusso dominatore.

Alla marcia dea Gaina volano tutti un po’ basso

I “Cabernetoneti” si nascondono correndo ad orari diversi. Caruso rientra me nessuno se ne accorge: dov’è finito lo spirito di gruppo?

La marcia dea Gaina padovana di Caselle di Selvazzano si inserisce assieme alla “Quattro salti con le rane” di Legnago, a quella dei “Maroni” di Teolo e a quella del “Vin Friularo” di Bagnoli, in quella serie di corse che, ricordando e promuovendo la gastronomia e le tradizioni agricole locali, aiutano la popolazione a conservare e perpetuare abitudini e pietanze, custodendone valori e aromi originari. I Cabernet Runners sin dal loro appellativo abbracciano questo progetto a tutela della gastronomia locale.
A che giovano allora comportamenti di rifiuto quali quelli di Beep Beep Beordo a Tribano, che ha costellato quasi completamente i 30 km del percorso di segni gastro-enterinali per esprimere palesemente il suo NO alla presenza dei celebri “biscottini della nonna” ai rinfreschi?
A che giova polemizzare con i locali sull’assenza di WC chimici, quando la natura mette a disposizione il tradizionale “campo”, ricettacolo attivo di ogni donazione umana?
La marcia dea Gaina richiedeva un’inversione di rotta che purtroppo non c’è stata.
Si può forse tacere della tecnologia introdotta da Caruso per portar con se il resto in moneta dell’iscrizione? Pura cacofonia che distoglie i corridori dalla simbiosi con madre natura e dall’ascolto dei messaggi del proprio corpo. Roba che nemmeno le plasticone dei porta-occhialini della piscina arrivavano a tanto.
E che dire del trans-fugo Bottoni che all’invito genuino e generoso del compagno di corsa “Vuoi un po’ di alette pure tu?”, ha risposto con un sonoro “Mi vien da vomitare”, nel tentativo di emulare le negative gesta del campione di Pettorazza?
Non aiutano nemmeno le partenze scaglionate, degne di quelle dei weekend ferragostani, con i principali atleti del gruppo, Borelj, Tergat e Beep Beep, che decidono di non misurarsi direttamente tra loro, giocando a carte coperte e percorrendo distanze differenti.
Lo stambecco di Legnaro si misurava sui 12 km come seduta defatigante del giro della Grande Guerra, quella che lui stesso combatté e dove perse l’uso del tendine della spalla destra. Un Beordo rilassato, sicuro di sé e delle sue recenti performance a piedi, in bici, sugli sci, a cavallo, sulle ciaspe e sui carboni ardenti (il famoso esathlon moderno).
Gli altri due rivali per l’ambito titolo di Cabernetoneta più veloce invece si testavano sui 24 km sperimentando la corsa ipoglicemica,ultima scoperta del professor Ferrari per aumentare le prestazioni aerobiche, esperimento accantonato brillantemente al primo rinfresco con una colossale abbuffata di fette biscottate con nutella.
Ma anche in questo caso un moto di ribellione sorge dal profondo di chi vi scrive: non garantiva maggior agonismo e in definitiva una miglior performance il consueto rutto collettivo di gruppo prima della partenza, vera e propria haka dei marciatori del tempo che fu?
Nel più completo anonimato il rientro alle attività di Caruso, digiuno dalle corse dalla marcia di Peraga del 6 gennaio, che piazza un buon tempo (1h1’) sui 12 km, lasciando intuire che gli ozi toscani hanno ridotto la sua autonomia sulla distanza ma non hanno blandito la sua falcata rotonda e ariosa.
Unico testimone di tale prestazione l’inossidabile e anche ingombrante a livello di circonferenza del bacino Gelindo Bottoni. Una sicurezza il suo cambio di passo nella seconda parte di gara: fiato da vendere, grasso da sciogliere, chili da smaltire, capelli da riportare.
Si rientrerà alle attività con la Belluno-Feltre e un pizza-party che finalmente restituisce convivialità e tasso alcolico sopra al minimo sindacale, ma con uno Stracandido Cannavò in meno. Lui che ispira da sempre la penna del sottoscritto si sarebbe sicuramente unito al desco di questi atleti, ricordando le gesta eroiche dei loro grandi predecessori alla corsa del Passatore, tanto quanto avrebbe fatto ottima compagnia a Stopparo a metà di una maratona per una paglia e un quartino, ammirando scorrere sulla strada con sereno distacco le membra sudate degli altri più banali corridori.

6 marzo 2009

I Cabernet al Pasta/Pizza Party



I Cabernet Runners fanno scuola,
si preparano con metodo e assiduità, il cibo è un elemento basilare.
Per questo il ritrovo è per sabato 7 marzo alla
Pizzeria Pura Follia
Via Armistizio 9 (Paltana)
ORE 19.00
Buona salute a tutti.



2 marzo 2009

Un "FORZA" agli eroi della Belluno-Feltre

Senza timore e sprezzanti della fatica, i nostri eroi Borelji, Stopparo e Daniela Tergat, con l'appoggio di Giacomino, faranno la Belluno-Feltre 30KM domenica 8 marzo (W le donne). La Maratona di Roma è dietro l'angolo.
Un "FORZA" da tutti i Cabernet Runners in particolare da Beep Beep.

20 febbraio 2009

Borelji a carte coperte.... e sotto le coperte!!!

E mentre i Cabernet Runners cercavano di capire se a Mestrino si decideva a nevicare oppure no (c'è il sole, no nevischia, torna il sole, no nevica a fiocchi, no sole ancora si parte, azz dopo due km nevica, 500 metri e smette), il Borelji la neve se la andava a cercare alla fonte.
Giungendo gli echi di misteriosi progressi degli agguerriti competitors alla Maratona di Roma, il Borelji decide di trascinare la povera MPM nel più classico degli allenamenti: quello in altura.
Ma che non partisse sotto i migliori auspici si è capito fin dal primo giorno: il Borelji, convito che il diesel artico sia roba da fighette e che a lui non gli si ghiacci mai (il gasolio, intendo), si ritrova dopo una prima tappa intermedia a dover cercare in fretta e furia un albergo fuori programma per le notte, causa congelamento del suddetto combustibile/surgelabile.
Ma questo non bastava a fermare il RockyBoreljiBalboa, che saputo che la coppia DoctorL e 100Jaq è riuscita incredibilmente a piazzarsi sotto le due ore sulla distanza della mezza maratona, ha sradicato di peso un abete, eliminato radici e rami con un'ascia, lisciato tutta la corteccia con l'apposita limetta per unghie che tiene nel beautycase per ogni evenienza e caricatoselo in spalla ha cominciato a correre su e giù per la libera delle Tofane urlando "Adrianaaaa..." "no, sono Marziaaa." "Adrianaaaa....." "nooooo, sono Marziaaaaaa, chi ca....o è sta adriana....." "Adriana....." "E vaff....lo stronzo, e allora la prossima volta che fai una maratona poi i massaggi alle gambe con gli oli rilassanti te li fai fare da 'sta gran zoccola e spero che lei manco si accorga che sei così sfasciato da addormentarti nella vasca da bagno coi sali, così è la volta buona che affoghi" "Adrianaaaa...." "Ma muori ammazzato".
Beh ammazzato proprio no, ma ammalato di certo sì: ricordiamo infatti che tradizionalmente il Borelji ogni volta che imbocca l'autostrada A27 si ammala (vedasi mancata trevisomaraton 2008 influenza presa il sabato pomeriggio andando a ritirare il pettorale): e sì che ormai dovrebbe averla imparata.
Aò, a'Francisko, la prossima volta piglia la Valsugana: Chi va piano va sano e arriva sano e soprattutto sano.
E comunque, noi intanto domenica ci spariamo i 30km alla Marcia delle Magnolie; tu curati, argh, argh, argh, argh, argh, argh, argh, argh.

15/02 - Bonollo Booster: Mestrino da paura, Gazzella anche, BeepBeep pure.


E chi se ne frega del doping se ci promettono una bella graspa all'arrivo.
E chi se ne frega se nevica  se ci promettono una bella graspa all'arrivo.
E chi se ne frega se ogni tanto tira una baveta d'aria che ti si infila sott l'antivento e ti fa sentire a livello addominale "quello strano senso di imbarazzo misto a frustrazione che velava i suoi occhi", se ci promettono una bella graspa all'arrivo.
E chi se ne frega se poi c'è la pattuglia con l'etilometro, tanto noi la graspa dell'arrivo la teniamo chiusa nella bottiglietta (tié) per portarla a casa perché è troppo un trofeo per non farla arrivare sana e salva.
Bonollo Running, quando una marcia ha dell'incredibile: Stopparo lima di 4 minuti il suo tempo ai 20km netti, rispetto alla settimana scorsa, che già era limato di X minuti rispetto all'ultima volta che aveva corso prendendo giù i tempi, che già era limato...... vabbè, aveva fretta di tornare a casa.
100Jaq ormai è una realtà consolidata, graze alla sua tecnica di retrospinta reattiva tipo turbojet (chi la vuol capire la capisce).
Ma veniamo alle vere imprese della giornata: BeepBeepBerodus sta ormai raggiungendo uno status da unto dal Signore: riesce a partire da casa quando gli altri sono già al parcheggio che si stanno cambiando ed arriva al traguardo prima di loro (di poco, però....) qui però comuìincia ad eserci puzza di truffa: quiz della settimana "sono + manipolati i tempi dichiarati dal Beo o il televoto di Sanremo???
E la Gazzella? Dulcis in Fundo: strategia assai strana quella utilizzata della Tergat degli altipiani nella gara della WesternPadua. Partita alternando "cinque minuti correndo e un minuto cammindando, poi cinque minuti correndo e un minuto cammindando, poi cinque minuti correndo e un minuto cammindando, poi cinque minuti correndo e un minuto cammindando", poi alla fine insomma ci ha messo meno di quando sempre correva..... che dire, Arcelli l'ha già scelta come testimonial per il lancio pubblicitario della 74^ ristampa del suo correre è bello e la rivista Runners' World l'ha già selezionata (con sottotitolo "but also Walkers' ") per la copertina di marzo. su internet si trovano già i primi scatti rubati delle paginone centrale mmmmhhhmmmm, slurp slurp slurp.
E il DeeDeeBaldwin? Beh, lo conoscete; "oggi vado via pianeto, a guarda, c'e la Cici, la Dada, sì sì partiamo insieme con calma, la Fuffy, oh ma guarda che bel culo che ha quella, e anche la Lolly e la Pammy, eeehhh ascolta o parto ci vediamo all'arrivo..."
Ma prima o poi partiremo prima noi di lui: basta bendarlo!!!

10 febbraio 2009

Montefortiana

Il 18 gennaio 2009 Ore 7.00 dott. Borelj, Lucia, Daniela Tergat, Marzia (Patrizia) e Beepbeep sono pronti per una delle più prestigiose marce nazionali: “la 34^ Montefortiana”
Il tempo non è dalla parte dei nostri eroi, nuvoloso, freddo e minaccia pioggia, ma non vi sono sorprese, www.ilmeteo.it aveva previsto tutto. Arrivati all’uscita dell’autostrada di Soave, la strada per Monteforte d’Alpone è già una colonna, sembra vi siano gruppi podistici di ogni parte del Veneto, addirittura d’Italia, si narra che il Kenya abbia mandato una propria rappresentanza per conoscere meglio i Cabernet Runners.
Ma per i podisti masochisti nulla è impossibile, e dopo aver parcheggiato in posizione sicura dallo sguardo di agenti sguinzagliati per multare gli innumerevoli divieti di sosta, si presentano al via.
Subito colazione a base di pandoro, panettone, cioccolata, the, brulè, … ovviamente tutto sponsorizzato dal dott. Dorigo. Di nascosto giravano fette di lardo al contrabbando in cambio di pacchi gara trafugati. Ma nell’aria profumo di cibo rendeva tutto molto desiderabile la voglia di correre.
Percorsi: 12 Km, 22 Km, 29 Km .. PRONTI VIA!!!
Borelj imposta subito un ritmo asfissiante, si invola, ma Tergat e Beepbeep restano a distanza controllata, mentre la coppia Lucia-Marzia giocano la carta della tranquillità, i 12 km si possono fare con calma. Il primo ristoro fa capire subito lo spirito della Montefortiana: fetta di pane con cotechino … qualcuno parla di allucinazione, altri di miracolo, Dio c’è, ma intanto il terzetto si ricompatta. Si viaggia sereni fino al 4° dove il bivio 22-29 km obbliga ad una scelta: Tergat opta per i 22 km nonostante Borelj e Beepbeep si prostrino a terra supplicando di seguirli pronti a soddisfare ogni richiesta, ma invano. La scissione si compie.
Il percorso si snoda calmo in mezzo alla campagna con pietrame nero, forse vulcanico, fino al ristoro dove gli Alpini oltre a the e acqua forniscono brulè e vino. Fantastico, tutto ciò fa dimenticare la foschia e l’umidità circostante.
Si arriva al terzo ristoro dove Beepbeep marca il territorio in modo “pesante”, ma tutto calcolato per l’imminente salita fino a 350 mt. I cabernet si lanciano all’assalto, Borelj e Beepbeep su un lato, Tergat su l’altro, sembra infinita, non si vede la cima, forse si arriva in Paradiso, ma truppe di forestali a cavallo fan capire bene dove siamo: “dai, si rivai, manca poco”. Si scollina e subito una discesa a precipizio su asfalto viscido. Una leggenda racconta che uno è caduto in avanti lasciando incisivi e altro, soccorso da ambulanza che faceva slalom tra gli atleti.
Arrivati a valle li attende un ristoro degno di tal nome, pane con cioccolata, marmellata, involtini fritti con mostarda .. etc. Ma il meglio deve ancora arrivare.
Dopo un percorso prendi-fiato si arriva alle porte di Soave in mezzo ai fuochi di artificio sparati in mezzo alla nebbia sul fianco della collina, qualcuno pensa alla Bosnia, i più anziani alla Liberazione del 1945, ma improvvisamente un ristoro lungo almeno 40 mt offre vaschetta con pasta di fagioli e fetta di cotechino e vino sfuso direttamente da fiasca offerta dagli Alpini, … Dio esiste.
Si riprende ma dentro le mura c’è un secondo ristoro, appena fuori le mura un terzo ristoro, non riesce a correre, si mangia solamente.
Ma eccoci al 24° km e si svolta per la 2^ salita. In realtà è un sentiero su pietre sdrucciolevoli, umide, ma i Cabernet saltellano come cerbiatti tra un sasso e l’altro, ma altri urlano, invocano, sperano, nemmeno a Medjiugorie si vede la Madonna (e si nomina) tante volte in un giorno. In cima aspetta un sentiero fangoso e melmoso, talmente denso che il terreno appesantisce le scarpe tanto da sfilarle. Ma finalmente ecco la chicca: al ristoro in cima CHINA CALDA CON I BISCOTTI… Dio c’è e ne ho le prove.
Ormai si è giunti al traguardo, ma il risultato agonistico ormai ha poco rilievo, l’importante era fare tutti i ristori, nei 12 km si vocifera addirittura di “polenta e renga” … cose da re!!!
I Cabernet arrivano tutti felici e contenti per aver completato il percorso promettendosi l’anno prossimo di ripetere l’impresa con l’intero gruppo, in particolare il dott. STOPPAro a proprio agio in simili condizioni di corsa. Al 2010.

4 febbraio 2009

Marcia dee Buganse.... e che Buganse!!!!

Domenica 1 febbraio 2009, 8 della mattina, 1 grado, nevica ma.... ormai non ci ferma più nulla.
Ricordiamo quando l’anno scorso due gocce di pioggerellina appena appena rarefatta facevano scattare i mega spam via sms del Borelji “Piove, si resta tutti sotto le coperte”... sono finiti i tempi dei piagnistei: domenica scorsa sotto neve e vento duri e puri senza lamentele. D’altronde, un Borelji che arriva alle otto già alla partenza non poteva altro che far nevicare.
E sì che la gara non si presenta facile: alcuni dei nostri avevano visto bene la sera prima di ingozzarsi in una churrasqueria con menù degustazione brasiliano a base di fejoada (in pratici fasoi coe cotiche dessavvii), fritture miste, riso con verdure varie, crostini con salse (senza merengue), formaggi alle erbe a appena appena SEI PORTATE DI CARNI VARIE ALLA GRIGLIA, docutamente aromatizzate e speziate, ananas cotto alla brace con cannella (?!?!?) e torta sacher: ovviamente la sacher ce la siamo portata da casa, grazie Arabella. Come conseguenza di tutto ciò doctorL cominciava a risentire di pesanti rumoreggiamenti, cigolii gastrici e rigurgitini vari fin dal passaggio ai primi 500 metri: e questo spiega il ritmo di gara impressionante nei primi tenuto dal team intero, desideroso di distanziare il prima possibile questa sorta di GledMagicWater deambulante che si ostinava nei suoi richiami “amici, BURP, aspettatemi. ROAR, corriamo insieme dai, AARGHH”.
Ma già si vocifera di irregolarità nell’organizzazione della gara: pare che, per far fronte al freddo lo staff del GP Cave (con cui i cabernetrunners sono spiritualmente gemellati: ricordiamo infatti che la Cava è un vino spumante secco doc della Catalogna, lavorazione simile al millesimato) abbiano corretto il tè dei ristori, che normalmente è sbagliato, con autentica Tagliatella Nardini, scatenando la reazione delle Distillerie Bonollo, che pretendevano, almeno per il mese di febbraio, di essere sponsor etilici unici del circuito podistico. I cabernetrunners esprimono solidarietà al presidente FIASP, loro grande tifoso, con una dichiarazione rilasciata a fine gara: “Gnon mi parue che ci era nuglia di sbagliato gnei ristorrui, ansi mi serbruavano tutti cooruetti, ansi, molto corruetti” che scagiona assolutamente i vertici del movimento podistico da qualsiasi sospetto di contaminazione delle bevande.
Ed ecco allora l’elenco dei gladiatori delle nevi: 100Jaq, il Borelji, la Gazzella della Nevi, DeeBaldwin, DoctorL e BeepBeep, il quale ormai si prendere il lusso di partire più tardi ed arrivare da dietro (doctorL per l’occasione indossava mutande di ferro, l’impatto ha fatto sciogliere la neve nel raggio di 7 metri). Ennesima nota di biasimo per il PolBot, che è ormai candidato ad essere retrocesso nel gruppo AcquaevinoRunners, che, la sera precedente, al momento dell’uscita dalla succitata churrasqueria aveva dichiarato: “beh ragazzi domani quando mi sveglio guardo com’è il tempo e poi decido”.... ergo...... BUON RIPOSO POLBOT

24 gennaio 2009

Montefortiana..... sempre senza parole

“Guarda, la Montefortiana fantastica, al primo ristoro c’erano i crostini di pane con il musetto”
“Sì ok, e la corsa com’era?”
“Ah, bellissima, tutta collinare, pensa che al primo ristoro c’erano i crostini di pane con il musetto”
“Sì, questo me l’hai già detto; ma poi?”
“Pensa che c’era un ristoro con la pasta”
“Vabbè ma a parte il mangiare..:?”
“A parte il mangiare? Ah, intendi il bere? Pensa c’era un ristoro gestito dagli alpini dove avevano il pentolone del minestrone caldo e davano il brulé”
“Vabbè, ho capito, ci rinuncio”
Quando ho chiesto che mi dicessero qualcosa sulla Monterfortiana, questo è stato tutto quello che ho ricavato, e sì che ho pure insistito. Non so nemmeno chi ci sia andato...
Per rispetto nei confronti dell’organizzazione ricordo però che la Monterforte non è, come può sembrare da questo racconto, un ritrovo di frequentatori di osterie di quart’ordine bensì una delle manifestazioni podistiche meglio organizzate d’Italia, che marce, minimarce, competitive e non competitive, arriva ad ammucchiare su fino a 20.000 presenze e che quest’anno è stata inserita nel calendario ufficiale delle corse di avvicinamento alla Maratona di Roma

2 gennaio 2009

Amarcord

L'uomo di Longare è tornato!
Il 13 aprile 2008, a 49 anni, Gelindo Bordin partecipa alla maratona di Torino portandola a termine in 3h05'27"