9 novembre 2009
25/10/2009 - Venezia urla CABERNET RUNNERS!!!
24 ottobre 2009
E poi ci troveremo come le star, a bere maltodestrine a Strà (Vasco perdono!!!!)

1 ottobre 2009
Il punto tecnico
Osserviamo ad esempio i passaggi cronometrati ai parziali della maratona dei nostri eroi, visualizzati nel primo grafico.
Come si vede sia Borelj che Tergat presentano una condotta di gara piuttosto regolare con una pendenza della curva che non aumenta molto col passare dei chilometri, segno di saggezza tattica, lungimiranza e acuta gestione delle proprie energie.
Per quanto riguarda Beep Beep invece emerge un primo disagio dopo la mezza maratona quando la pendenza della sua retta dei tempi cambia, anche se di poco, quindi un secondo, decisivo, disumano, stratosferico crollo ai 35 km, dove evidentemente ha iniziato a camminare. L'intersezione con la retta di Tergat avviene attorno al 38o km (si parla di tempi al netto del gap di partenza, Tergat è partita 7 minuti dopo gli altri 2 atleti Cabernet e quindi ha realmente superato Beordo un paio di km dopo o giù di lì).
Si tratta della media "minuti al km" dei vari parziali di gara dei nostri eroi.
Il primo aspetto che balza agli occhi è la media da gambero rosso di Beep Beep dal 35 o km in poi, arrivando ad un 13 minuti al chilometro da guinness (equivale a 4.6 km/h, ricordiamo per dare dei riferimenti che l'animale terrestre più veloce è il ghepardo con 110 km/h e il più lento è la lumaca con 0.05 km/h e restando tra i mammiferi il bradipo tridattilo con 0.16 km/h fonte Wikipedia).
Ma appare molto curioso anche come l'aspetto psicologico si evidenzi nei numeri, i nostri eno-atleti, quasi ad annusare il nettare del traguardo della mezza e della maratona, accelerano poco prima di questi riferimenti, e la cosa vale anche per Beep Beep, pure infortunato, anche se solo alla mezza maratona.
Stabilire dei traguardi al quarto e ai tre quarti di maratona con altrettante dosi di buon vino potrebbe essere una seria proposta da fare agli organizzatori delle maratone cui partecipiamo, per aiutarci a migliorare i nostri tempi.
29 settembre 2009
20.09.2009 – Berlino, l’ultimo muro!
Doveva essere la maratona più veloce del mondo, ma nel confronto a distanza Gebreselasie resta sotto il suo record, mentre il Borelji migliora di più i dieci minuti il personal best.
Caldo africano ed umidità tropicale hanno accolto i nostri atleti Anatoli Borelji, LaGazzella e BeepBeepBeordus, accompagnati dallo staff tecnico EmmePiEmme e LucyP all’arrivo nella città divisa, simbolo storico delle lacerazioni di un’Europa che non vorremmo dover ancora ricordare ma che imperituro monito resterà nelle nostre memorie. E i nostri atleti, nel bene e nel male, difficilmente riusciranno a dimenticare l’avventura berlinese. E sì che per alcuni di loro le premesse erano ottime: i climi afosi e tropicali sono quantomai consoni a LaGazzella, che ricordiamo ha svolto nelle passate stagioni anche stage di allenamento nei parchi della namibia, quando ogni mattina al risveglio doveva fuggire dai leoni (“non importa che tu sia leone o gazzella…”??? eccome se importa, fa una bella differenza!!!); il BeepBeep, poi, informato dalle sue talpe delle condizioni meteo previste (sarà come correre nelle giungla) aveva impostato una preparazione un po’ atipica per un maratoneta, concentrando le sedute di rifinitura nei boschi dei Colli Euganei, anche se per la verità con fortune un po’ alterne.
Ma LaGazzella questa volta aveva deciso di farsi leone (in senso metaforico, non “il leone”) e rendendosi conto che quello che ci voleva era la strategia vincente, quale migliore chance se non attingere direttamente alla fonte del mago delle strategie, specie nella gestione alimentare in corsa? E allora, viaggio riservato tra LaGazzella ed il BeepBeep, separati dal resto del team, concedendosi tra l’altro pure una romantica giornata preliminare di acclimatamento in più (e taciamo quante malelingue hanno urlato all’inciucio); si narra che già alla partenza dalla stazione ferroviaria di Padova LaGazzella avesse vestito i panni della tenera infermiera-portantina, caricandosi tutti i bagagli e aiutando l’incidentato euganeo (ehm, intendevo il podista dei due mondi) a salire a fatica i tre scalini del treno, che gli si paventavano davanti peggio di una cima coppi. Dalle dichiarazioni prima della partenza nel corso di un’intervista telefonica già si capiva quanta premura avrebbe riservato la nuova stella dell’infermierismo podistico alla sua nuova guida spirituale: “Quando atterriamo faccio scendere prima lui dalla scaletta dell’aereo, che non succeda che mi cade addosso”
Ma tra un ritiro pettorali e vari vassoi di wurstel stinchi e costicine, “ma senza crauti sa, siamo atleti, mangiamo solo verdura cruda, quella cotta perde i minerali e le vitamine e, gentilmente, la birra me la può sgasare, non vorrei mai mi si gonfiasse lo stomaco perchè sa, abbiamo le divise da gara un attimino sfiancate in vita ma appena appena, cosa ci vuol fare, le ha scelte uno che ha una postura di corsa un po’ ambigua” (a questo punto il cameriere turco ha cominciato a pregare che il suo paese non entri mai nell’unione europea, se devono fare la fine di sta gente...) si arriva alla vigilia della fatidica ora.
Bando alle ciance, tutti sulla starting line, tre due uno, sparo dello starter, via si va, si va, si va… ma allora si va o no??? Eh sì, avete voluto la maratona oceanica, e mo’ aspettate un quarto d’ora prima di partire, che credete di essere alla marcia dea brosema? Il Beo e il Borelji, penultima gabbia, ingannano il tempo in attesa che la marea umana si metta in movimento con tre su cinque giri di morra al meglio dei nove (parziali 4-5, 5-4, 5-2, 5-0 per il Borelji, si capiva che per il Beo oggi la tenuta sulle lunghe distanze sarebbe stata difficile); LaGazzella, invece, relegata da sola in ultima gabbia quale ennesimo atto discriminatorio nei confronti delle donne da parte di quei due sciovinisti fallocrati AmiciDiPapi che stavano là davanti, si ripassava (oltre alle unghie) tutti gli insegnamenti raccolti in quei due giorni di seminario beordiano, giusto per essere sicura di fare esattamente il contrario, soprattutto della regola numero uno della scuola legnarese che recita: “Parti più forte che puoi che tanto dopo rallenti per forza, quindi tanto vale che guadagni più strada possibile all’inizio!”
La corsa abbia inizio. Il Borelji parte, e per
Per il Beordus la strada è tutta in salita, nonostante dopo i bombardamenti del
Pensate cosa devono aver pensato gli addetti della croce rossa teutonica che cercavano in tutti i modo di fermarlo, non capendo nulla dello spirito del podismo masochismo che fu la prima fiamma di ispirazione del movimento dei Cabernet Runners.
E LaGazzella? Risolto il problema che comunque non importa che tu sia leone o gazzella tanto non c’è verso che tu riesca a dormire cinque minuti di più alla mattina, nemmeno se è sabato, e la domenica mattina già lo sappiamo che è persa per andare ad inseguire nutrie alle corse FIASP, parte alla rincorsa dei due CaberMen. Inutili i tentativi di chiedere informazioni ai maratoneti che superava lungo la via: “Scusate, ma per caso gentilmente non è che avete visto due, uno pelato e uno che corre in modo ambiguo, con una maglia come questa?” Vi lascio immaginare le risposte: “Ah, Kabernet, italiano fino molto guten Prosit Prosit (e qui di solito ci stava pure un ruttazzo al doppio malto) Italia bella, io amare italia, tu bela nocca (i tedeschi non sanno pronunciare la gn) bionda corre con noi yaa italia spaketti bella ferma dofe corre tu?!?!”
A questo punto LaGazella si rende conto che due erano le alternative: o rifugiarsi dentro l’ambasciata o accelerare. E accelera accelera accelera, chi ti trovo davanti? La sagoma ormai storpia e claudicante del Beordo di Notre Dame. In quel momento LaGazzella capisce che leone magari no, però un po’ iena alla fin fine lo è pure lei: “Ah sei qui? Ma scusa, perché cammini, guarda che i musei li andiamo a vedere domani, oggi c’è la maratona, ti sei confuso? Aahh, hai male…. Beh ce n’è tanta di gente che soffre a questo mondo e mica tutti fanno così tante storie, pensa a Pistorius, lui è messo peggio di te, però ha più dignità quando corre e non fa tante smorfie di dolore e almeno tu le gambe ce le hai. Ma ascolta, il Borellik è avanti immagino… ok ciao vado con lui che corre, poi tanto lo sai l’indirizzo dell’albergo, e stai attento ai tombini che non ti fai male ancora”.
Epilogo della corsa. Anatoli Borelji straccia il suo record personale (vabbè sarebbero solo 10 minuti di miglioramento, ma diamo enfasi alla cosa) ma festeggia passando sotto la porta di Brandeburgo a braccia alzate, ascelle depilate e sorriso smagliante, un po’ come Diana Ross quando in abito lungo scendeva la scalinata del palco di Broadway, lanciando baci a tutti i supporter che lo hanno letteralmente spinto da dietro per tutta la corsa.
LaGazzella, causa anche uno schianto clamoroso conto il muro del 35°km (e notoriamente a berlino con i muri non si scherza), arriva un po’ indietro rispetto alle sue tabelle di marcia, ma gongolando tra sé e sé, che stavolta anche lei ha qualcun altro da stare ad aspettare dopo essere arrivata (eh, se una è iena è iena).
E il Beo?: beh, buttato il cronometro nel fiume, diciamo che di sicuro è arrivato primo nella categoria dei politraumatizzati e una menzione d’onore nel panorama della scuola dello stoicismo non gliela toglie nessuno.
Complimenti comunque a tutti i partecipanti e allo staff tecnico di supporto; la sfida ora si riaggiornerà alla maratona di Firenze, per cui stanno affilando gli artigli anche DeeDeeBaldwin, DoctorLukash, 100Jaq e, forse forse, un Viagem che, raggiunto telefonicamente, non ha negato la possibilità di partecipare in extremis…. E in riva all’Arno andrà in scena un altro capitolo di questa epica saga!!!
Nunc est Bibendum
18 settembre 2009
Clamoroso: Beordopoli!!!
Forse il più grande raggiro della storia del podismo dilettantistico (e dilettantistico fino a un certo punto..) sta apparendo dinanzi ai nostri occhi. O almeno, stando al dossier svelato da Il giornale, parrebbe proprio così.
Molte prove, alcune delle quali schiaccianti, farebbero pensare che il nostro eroe, il rappresentante sommo dello spirito Cabernet, colui che tutto muove sotto la spinta dei suoi piedi e del suo propellente eolico, stia compiendo un enorme inganno, nella migliore delle ipotesi ai suoi compagni di avventura alla maratona di Berlino, ma taluni temono addirittura nei confronti dell'intera associazione dei Cabernet Runners.
Ma esaminiamo i fatti capitati in questi ultimi giorni con ordine.
Beep beep è un personaggio mitico, costruito su dei postulati assoluti che ne facevano la sua debolezza e contemporaneamente la sua forza: chi non conosce i suoi famigerati "dolorini", piccole difficoltà muscolari che diventano vere piaghe col passare del tempo sino a impedire la realizzazione di ogni aspettativa sportiva riposta nell'atleta dei due mondi.
E chi non si ricorda delle sue problematiche gastrointestinali, quasi un cronometro naturale che scandisce i minuti, per non dire i secondi, prima della partenza di ogni evento podistico di una certa rilevanza cui lui partecipa.
Beep Beep, ha corso su tutto questo, adattando i propri allenamenti e la propria dieta a queste difficoltà, scartando il vino bianco, tutti i pesci esclusa la sogliola, i dolci, il caffè, i sughi col nome in lettere di numero dispari, le bibite con contenuto in gas superiore al 3% e così via.
Queste attenzioni non hanno permesso di ottenere risultati sportivi tecnicamente molto rilevanti, ma ci hanno donato un personaggio amorevole, cui affezionarci.
I compagni di corsa non sentivano la sfida con Beep Beep, perché queste continue incertezze lo ponevano sempre su di un'altra categoria: l'associazione tutta voleva che l'atleta legnarese abbattesse il muro delle 4 ore sulla maratona, perché il significato umano di questa affermazione sarebbe stato eclatante e importante per tutti.
E così le prime segnalazioni del sabato pomeriggio, ad opera del suo fido compagno di corsa collinare Viagem Malone, che davano un "Potro" acciaccato alla caviglia per un infido passaggio simile alla "Carcentina" della pista Stelvio di Bormio, quasi confortavano il gruppo, per la normalità della notizia. Era lui, sempre lui, El Potro, che poi avrebbe in ogni caso esorcizzato a modo suo la maratona berlinese.
Non era così.
Su segnalazione della cimice catalana "Tintoretto", appellativo artistico che cela una delle talpe che hanno svelato "l'operacion Puerto" in Spagna, si è saputo con certezza che lunedì all'alba l'atleta legnarese saltellava in cucina di casa sua con la caviglia incriminata con fare gagliardo e ghigno di sfida.
Non solo.
La sera prima alcuni letterati mantovani lo hanno individuato in una pizzeria semideserta in zona stazione, intento a mangiarsi una pizza con uova, gamberetti, e calamari fritti nell'olio del locomotore del Verona-Mantova. Pare che la digestione sia stata istantanea.
Due dunque le ipotesi sul campo.
La prima, più veniale, che Beep Beep stia fingendo da mesi, forse anni, malesseri e dolori, per poi piazzare, a freddo, un colpo da ko ai suoi compagni-avversari di corsa. Si suppone che, mangiando senza difficoltà una pizza del genere, il suo stomaco in realtà possa permettersi di ottenere energia anche dalla gomma della suola delle scarpe e comunque in modo istantaneo. Una perizia richiesta dalla nostra testata, recita di un tempo ben al di sotto delle tre ore sulla maratona, stante la potenzialità di stomaco dell'atleta in esame, come si può evi
La seconda ipotesi, più fraudolenta, parla di una truffa perpretata ai danni dei Cabernet Runners per svalutare il proprio cartellino e vendersi alla squadra del CUS-CUS Padova ad un prezzo irrisorio. L'ex team dell'atleta legnarese infatti non ha mai nascosto i suoi propositi di riprendere in seno Beep Beep, cosciente delle potenzialità reali del corridore. Sembra che proprio sabato scorso ci sia stato un pranzo ai massimi livelli tra Beordus, il cda del CUS-CUS, Luciano Moggi, Flavio Briatore e il medico Agricola. Lo zio di Beep Beep, atleta del CUS-CUS ma prima ancora persona di totale integrità morale, pare abbia rivelato che l'incontro sia stato progettato per definire gli ultimi dettagli della manovra tesa a svilire il valore commerciale di Beep Beep.
E' chiaro che se i cronometri di Berlino dovessero sentenziare un tempo superiore alle 4 ore e mezza, il passaggio entro fine anno del Potro alla squadra amaranto potrebbe definirsi cosa fatta.
Pare però che Daniela Tergat, responsabile delle attività economiche dei Cabs e anch'essa partecipante alla maratona di Berlino, abbia sguinzagliato lungo il percorso una serie di informatori dotati di macchine fotografiche e videocamere per verificare la condotta di gara di Beep Beep. In caso di irregolarità si prevede l'apertura di un contenzioso tra società e corridore che in confronto quello tra Renault, FIA e Nelsinho Piquet apparirà come una puntata di Forum.
14 settembre 2009
13.09.09 Aspettando Berlino, una Cabernet domenica come tante?!?!
Siamo a meno sette dalla Berlin Marathon e cosa c’è di nuovo sotto il sole? Nulla ovviamente! L’annoso gioco al rimpiattino del non svelare le proprie carte ancora una volta ha visto i tre CaberEroi mascherare le performance.
Borelji: si cimenta sulla mezza maratona di S.Giorgio delle Pertiche, nasconde il proprio vero ritmo assumendo uno StoppaRus mai così in forma negli ultimi 15 giorni, già dimagrito di più di 2000 dei
LaGazzella: per un errore di calcolo si trova sul medesimo tracciato del Borelji… che fare? Temendo che in gara il perfido possa attuare uno dei suoi sotterfugi (armi batteriologiche, lance termiche, alabarde spaziali, sgambetto in corsa) boicotta la maratonina ufficiale, rinunciando a spaghetti funghi triolati e bocciono di vino del pacco gare, e ripiega sulla non competitiva, riuscendo così ad anticipare di un’ora e trenta la partenza: inoltre con uno sprint felino si libera della marcatura asfissiante di LadyMPM, capofila dell’entourage del Borelji, da questo sguinzagliato alla caccia della Gazzella per carpirne i segreti di corsa; e, una volta giunta all’arrivo, dribbla adducendo non meglio specificati motivi familiari anche il tentativo di raccogliere le impressioni a caldo da parte di Tumbleweed, del team StoppaRo, che presidiava con fare inquisitorio l’area di arrivo.
BeepBeepBeordus: el potro decide invece di giocare la carta salutistica: niente inquinato asfalto per lui, ma una rigenerante traversata tra il verde delle colline per ossigenare polmoni e tonificare le gambe in attesa dei fatidici
“Un anno di preparazione per
Ed il DeeDeeBaldwin: originariamente avrebbe dovuto scortare nelle sue cavalcate il beepbeep lungo il percorso euganeo, ma si sa, l’uomo è molto sensibile alla mission di proselitismo che gli è stata assegnata direttamente dal presidente dei CabernetRunners. Pare che nella sola corsa di questa domenica sia riuscito a importunare eheemhh, intendevamo dire proselitizzare almeno una trentina di potenziali nuove CabernetGirls: Baldwin, la prossima volta però ricordati di dargli anche il numero di telefono del presidente…. egoist ca non ti è alter!!!
8 settembre 2009
Ciclone si abbatte sul podismo italiano: i Cabernet Runners spopolano a Montegrotto. E' già dittatura mediatica?

E' sempre così quando in un ambiente un po' tradizionalista si affaccia un gruppo di persone coraggiose e innovative: succede che il banco salta, e nasce un nuovo sistema di riferimento nel settore (WOW). Così si è percepito ieri nell'aria frizzante di Montegrotto Terme, con questo gruppo di ragazzacci che sono i Cabernet Runners, tanto smaliziati nella comunicazione da saltare letteralmente sul palcoscenico dei gruppi più numerosi, famosi e vincenti del padovano.
Ma procediamo con ordine nel raccontare questa giornata che ha visto la celebrazione pubblica dello spirito invidiabile che contraddistingue la nostra neo-nata associazione.
Come al solito i Cabs hanno obiettivi distinti e coprono ogni forma di sfida e competizione: ci sono i Berliner Cabernetiken (Beep Beep, Tergat e Borelj) che curano le ultime settimane di preparazione prima della maratona e decidono di correre i 21 km della marcia collinare di Turri in maniera molto scrupolosa. C'è StoppaRO, che vuol far sentire vicina l'intera associazione all'importante impegno dei tre e quindi corre pure lui i 21 km. C'è 100 Jaq che corre per il premio staffetta-famiglia e coinvolge moglie e figlie sulle distanze più brevi, seminando per il futuro, con visione lungimirante del gruppo. E ci sono i Cabernet "pellegrini" Gelindo Bottoni e Viagem Malone, che partecipano alla corsa dei 14 km per iniziare al gruppo e alle ludiche fatiche dei Cabs l'adepto Carlito's Way, ancora alla ricerca della sua strada.
Complice la splendida giornata, con cielo terso, umidità a zero e temperature gradevolissime, la corsa di Turri vede una nutrita schiera di partecipanti, segnando il vero rientro alle attività per molti di loro. Gli sterrati di Villa Draghi e del Monte Ceva, con le loro salite al limite della corsa e le discese tecniche e "attrezzate" da corde, mietono una spietata selezione: non pochi scoprono, lungo il percorso, quanto sdrai e divano abbiano nociuto alla loro forma durante l'estate. Così non si può dire dei Cabernet Runners, che, complici gli allenamenti mai interrotti, i pellegrinaggi ciclistici estivi, e le grigliate all'aperto organizzate con meticolosa continuità, producono un po' tutti prestazioni più che discrete. In particolare si sottolinea l'ottimo tempo di Beep Beep, arrivato fresco come una rosa al traguardo dei 21 km, che con ogni probabilità nei test ciclistici svolti tra toscana e lazio, ha scovato il cocktail vincente a base di cocomero che gli ha permesso di risolvere i consueti problemi gastro-intestinali. Questa tonicità dei nostri non può passare inosservata anche al più disattento degli osservatori, ed è così che all'arrivo in parata di Viagem Malone e Carlito's Way, quest'ultimo sanguinante ai piedi per le stimmate maturate lungo il percorso (assieme ai gradi di socio dei Cabs), il radiocronista di corsa non può che esaltare se stesso e il pubblico astante per la prestazione del duo eno-gastrofilo.
I due, un po' sorpresi, si portano in zona ristori tra ali di folla plaudente.
Il resto è storia. La presenza nella classifica dei gruppi più numerosi per la prima volta nella giovane storia dei Cabs, i premi (in bottiglie di vino ovviamente) vinti, le interviste in zona premiazione di Viagem Malone prima e dell'autorevole StoppaRO "the president" poi, gli applausi, i pubblici riconoscimenti dei sani valori che guidano questi ragazzi più e meno giovani a trionfare il sabato sulle tavole di mezzo veneto e la domenica su quelle meno imbandite ma pur sempre accattivanti dei rinfreschi di corsa.
E' una storia giovane quella dei Cabernet, ma già ricca di episodi e successi. Avanti così.
7 settembre 2009
11.07.2009 I Cabernet Runners sono realtà
Avevamo fior fiore di maratoneti, di centochilometristi, ciclisti, critici culinari pronti a soppesare con il bilancino i ristori di ogni corsa, esperti nutrizionisti, alchimisti, gazzelle, trafficanti d'armi, ristoratori, maghi del meteo, gente che beveva integratori "per x che va da 1 a n" come se nulla fosse, altri che ingurgitavano gel per capelli solo perché costavano meno di quelli di maltodestrine, distillatori abusivi di grappe, pettinatori di stelle e diluitori di saponette....
Avevamo tutto quello che ci serviva, per poter essere felici tranne una cosa. Sì lo sapevamo che sarebbe stato difficile, e proprio per questo abbiamo deciso di narcotizzarci con stuoli di libagioni e fiumi di beveraggi: ore e ore fino allo sfinimento, fino a frantumare ogni residua resistenza (wow, un'allitterazione), ehm, dicevamo ogni residua resistenza: a notte inoltrata nulla era rimasto più da opporre e passandocela di mano in mano a turno (la penna, che avevate capito) ognuno ci ha messo la firma..... ABBIAMO REDATTO L'ATTO COSTITUTIVO, MA SSSSIII', MADDDDAAAAIII, MA VIENIIIII, SOTOMAYOR, SIAMO UN'ASD CIOE' UN'ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISITICA, mica balle di fieno direi!!!! Cabernet Runners ASD, 'azz, suona pure bene direi!!!
Quindi se non si è ancora capito, dopo aver portato una tinta di colore sui tracciati delle più importanti maratone del mondo, delle migliori marce FIASP della provincia di padova e sui più affascinanti percorsi delle dolomiti, i Cabernet Runners, nella notte del giorno undici di luglio dell'anno di grazia duemilanove hanno reso ufficiale la loro esistenza.
Quattordici sono stati i soci fondatori che hanno posto la firma in calce all'atto costitutivo e che, con le loro ultime forze, hanno nominato il direttivo del Gruppo: presidente doctorlukash, vicepresidente 100Jaq, segretaria amministrativa la Gazzella delgi altipiani, consiglieri direttivi Viagem e NikTyson..... MITICI!!!
Che dire buon lavoro al direttivo e ....
ADESSO SI BRINDA,
Cabernet Runners forever!!!
21 marzo 2009
L'Italia dura 25 minuti.... BeepBeep va oltre!
Cronaca di una primavera di fuoco
14 marzo 2009
Cabernet o Gatorade? Sondaggio alla Belluno Feltre
13 marzo 2009
L'idolo del mese: MARZIO !!!
"Debutto mercoledì al Giro del Friuli. Io carburo lentamente. In questi tempi non sono mai in forma. Ma sto meglio di un anno fa. E molto meglio di una decina di anni fa. Passato professionista, mi ero trovato a disagio. Non capivo, non condividevo, non approvavo. Avevo perfino pensato di smettere".
Invece?
"Poi ho cercato, e anche potuto, essere me stesso. Fare quello che sentivo. Nella vita, da corridore e da uomo. Per esempio: lo so anch’io che a un bicchiere di vino si può rinunciare, e a un secondo si deve rinunciare, ma se quella rinuncia o quella eliminazione mi rendono scontento, o triste, alla fine perdo il mio equilibrio, la mia serenità. Voglio dire: quello che forse guadagno di fisico, certamente lo perdo di testa. E non sono più in pace con me stesso".
10 marzo 2009
Beordo vs. il cartello delle banche venete: volano lunghi coltelli affilati
Tutto ha avuto inizio da una serie di dichiarazioni false di Beep Beep, tese a ridicolizzare il resto del gruppo quali quelle “Ho corso 5 km in 15 minuti” e “Posso recuperare 20 minuti già solo con un’impostazione di corsa migliore”.
Anatolj Borelj e Daniela Tergat hanno così deciso di far fronte comune per riportare il pendolino di Pettorazze a “quote più normali”. Dopo alcuni esperimenti a cavallo tra sport e scienza, come ad esempio la corsa ipoglicemica e, da parte di Borelj, una sbandata verso le discipline orientali ricercando la malattia quale purificazione del proprio corpo, i due hanno compreso che oltre a potenziare le proprie prestazioni occorreva incidere negativamente su quelle dell’atleta legnarese. Dopo averne fiaccato il corpo inoculando virus gastroenteritici nei rinfreschi personali beordiani, Borelj e Tergat hanno ottenuto da Capitalia, sponsor unico della maratona di Roma, di selezionare i famigerati “biscotti di Venezia” quale unico cibo solido presente ai rinfreschi. Da parte sua Beep Beep ha rinunciato a tutti i successivi appuntamenti podistici comuni al resto del gruppo per evitare nuovi avvelenamenti ed ha ritirato tutti i soldi dal suo conto in Veneto Banca. Long John Beordo pare abbia pure trovato a casa gli attacchi dei suoi sci opportunamente sabotati, ma la faida non sembra finire qui, visto che rumours del transatlantico danno Beordo a Roma già a inizio della prossima settimana, atteso dal Presidente del Consiglio Berlusconi per discutere della nazionalizzazione delle banche italiane. Non solo, pare che studio Altieri dietro pressioni non meglio specificate abbia modificato un progetto edilizio riguardante Sarmeola, facendo passare l’orbitale proprio sulle case di via Isonzo anziché a Bosco di Rubano. Speriamo che il 22 marzo arrivi presto e la maratona di Roma trovi il suo indiscusso dominatore.
Alla marcia dea Gaina volano tutti un po’ basso
La marcia dea Gaina padovana di Caselle di Selvazzano si inserisce assieme alla “Quattro salti con le rane” di Legnago, a quella dei “Maroni” di Teolo e a quella del “Vin Friularo” di Bagnoli, in quella serie di corse che, ricordando e promuovendo la gastronomia e le tradizioni agricole locali, aiutano la popolazione a conservare e perpetuare abitudini e pietanze, custodendone valori e aromi originari. I Cabernet Runners sin dal loro appellativo abbracciano questo progetto a tutela della gastronomia locale.
A che giovano allora comportamenti di rifiuto quali quelli di Beep Beep Beordo a Tribano, che ha costellato quasi completamente i 30 km del percorso di segni gastro-enterinali per esprimere palesemente il suo NO alla presenza dei celebri “biscottini della nonna” ai rinfreschi?
A che giova polemizzare con i locali sull’assenza di WC chimici, quando la natura mette a disposizione il tradizionale “campo”, ricettacolo attivo di ogni donazione umana?
La marcia dea Gaina richiedeva un’inversione di rotta che purtroppo non c’è stata.
Si può forse tacere della tecnologia introdotta da Caruso per portar con se il resto in moneta dell’iscrizione? Pura cacofonia che distoglie i corridori dalla simbiosi con madre natura e dall’ascolto dei messaggi del proprio corpo. Roba che nemmeno le plasticone dei porta-occhialini della piscina arrivavano a tanto.
E che dire del trans-fugo Bottoni che all’invito genuino e generoso del compagno di corsa “Vuoi un po’ di alette pure tu?”, ha risposto con un sonoro “Mi vien da vomitare”, nel tentativo di emulare le negative gesta del campione di Pettorazza?
Non aiutano nemmeno le partenze scaglionate, degne di quelle dei weekend ferragostani, con i principali atleti del gruppo, Borelj, Tergat e Beep Beep, che decidono di non misurarsi direttamente tra loro, giocando a carte coperte e percorrendo distanze differenti.
Lo stambecco di Legnaro si misurava sui 12 km come seduta defatigante del giro della Grande Guerra, quella che lui stesso combatté e dove perse l’uso del tendine della spalla destra. Un Beordo rilassato, sicuro di sé e delle sue recenti performance a piedi, in bici, sugli sci, a cavallo, sulle ciaspe e sui carboni ardenti (il famoso esathlon moderno).
Gli altri due rivali per l’ambito titolo di Cabernetoneta più veloce invece si testavano sui 24 km sperimentando la corsa ipoglicemica,ultima scoperta del professor Ferrari per aumentare le prestazioni aerobiche, esperimento accantonato brillantemente al primo rinfresco con una colossale abbuffata di fette biscottate con nutella.
Ma anche in questo caso un moto di ribellione sorge dal profondo di chi vi scrive: non garantiva maggior agonismo e in definitiva una miglior performance il consueto rutto collettivo di gruppo prima della partenza, vera e propria haka dei marciatori del tempo che fu?
Nel più completo anonimato il rientro alle attività di Caruso, digiuno dalle corse dalla marcia di Peraga del 6 gennaio, che piazza un buon tempo (1h1’) sui 12 km, lasciando intuire che gli ozi toscani hanno ridotto la sua autonomia sulla distanza ma non hanno blandito la sua falcata rotonda e ariosa.
Unico testimone di tale prestazione l’inossidabile e anche ingombrante a livello di circonferenza del bacino Gelindo Bottoni. Una sicurezza il suo cambio di passo nella seconda parte di gara: fiato da vendere, grasso da sciogliere, chili da smaltire, capelli da riportare.
Si rientrerà alle attività con la Belluno-Feltre e un pizza-party che finalmente restituisce convivialità e tasso alcolico sopra al minimo sindacale, ma con uno Stracandido Cannavò in meno. Lui che ispira da sempre la penna del sottoscritto si sarebbe sicuramente unito al desco di questi atleti, ricordando le gesta eroiche dei loro grandi predecessori alla corsa del Passatore, tanto quanto avrebbe fatto ottima compagnia a Stopparo a metà di una maratona per una paglia e un quartino, ammirando scorrere sulla strada con sereno distacco le membra sudate degli altri più banali corridori.
6 marzo 2009
I Cabernet al Pasta/Pizza Party
2 marzo 2009
Un "FORZA" agli eroi della Belluno-Feltre
Un "FORZA" da tutti i Cabernet Runners in particolare da Beep Beep.
20 febbraio 2009
Borelji a carte coperte.... e sotto le coperte!!!
15/02 - Bonollo Booster: Mestrino da paura, Gazzella anche, BeepBeep pure.
10 febbraio 2009
Montefortiana
Il tempo non è dalla parte dei nostri eroi, nuvoloso, freddo e minaccia pioggia, ma non vi sono sorprese, www.ilmeteo.it aveva previsto tutto. Arrivati all’uscita dell’autostrada di Soave, la strada per Monteforte d’Alpone è già una colonna, sembra vi siano gruppi podistici di ogni parte del Veneto, addirittura d’Italia, si narra che il Kenya abbia mandato una propria rappresentanza per conoscere meglio i Cabernet Runners.
Ma per i podisti masochisti nulla è impossibile, e dopo aver parcheggiato in posizione sicura dallo sguardo di agenti sguinzagliati per multare gli innumerevoli divieti di sosta, si presentano al via.
Subito colazione a base di pandoro, panettone, cioccolata, the, brulè, … ovviamente tutto sponsorizzato dal dott. Dorigo. Di nascosto giravano fette di lardo al contrabbando in cambio di pacchi gara trafugati. Ma nell’aria profumo di cibo rendeva tutto molto desiderabile la voglia di correre.
Percorsi: 12 Km, 22 Km, 29 Km .. PRONTI VIA!!!
Borelj imposta subito un ritmo asfissiante, si invola, ma Tergat e Beepbeep restano a distanza controllata, mentre la coppia Lucia-Marzia giocano la carta della tranquillità, i 12 km si possono fare con calma. Il primo ristoro fa capire subito lo spirito della Montefortiana: fetta di pane con cotechino … qualcuno parla di allucinazione, altri di miracolo, Dio c’è, ma intanto il terzetto si ricompatta. Si viaggia sereni fino al 4° dove il bivio 22-29 km obbliga ad una scelta: Tergat opta per i 22 km nonostante Borelj e Beepbeep si prostrino a terra supplicando di seguirli pronti a soddisfare ogni richiesta, ma invano. La scissione si compie.
Il percorso si snoda calmo in mezzo alla campagna con pietrame nero, forse vulcanico, fino al ristoro dove gli Alpini oltre a the e acqua forniscono brulè e vino. Fantastico, tutto ciò fa dimenticare la foschia e l’umidità circostante.
Si arriva al terzo ristoro dove Beepbeep marca il territorio in modo “pesante”, ma tutto calcolato per l’imminente salita fino a 350 mt. I cabernet si lanciano all’assalto, Borelj e Beepbeep su un lato, Tergat su l’altro, sembra infinita, non si vede la cima, forse si arriva in Paradiso, ma truppe di forestali a cavallo fan capire bene dove siamo: “dai, si rivai, manca poco”. Si scollina e subito una discesa a precipizio su asfalto viscido. Una leggenda racconta che uno è caduto in avanti lasciando incisivi e altro, soccorso da ambulanza che faceva slalom tra gli atleti.
Arrivati a valle li attende un ristoro degno di tal nome, pane con cioccolata, marmellata, involtini fritti con mostarda .. etc. Ma il meglio deve ancora arrivare.
Dopo un percorso prendi-fiato si arriva alle porte di Soave in mezzo ai fuochi di artificio sparati in mezzo alla nebbia sul fianco della collina, qualcuno pensa alla Bosnia, i più anziani alla Liberazione del 1945, ma improvvisamente un ristoro lungo almeno 40 mt offre vaschetta con pasta di fagioli e fetta di cotechino e vino sfuso direttamente da fiasca offerta dagli Alpini, … Dio esiste.
Si riprende ma dentro le mura c’è un secondo ristoro, appena fuori le mura un terzo ristoro, non riesce a correre, si mangia solamente.
Ma eccoci al 24° km e si svolta per la 2^ salita. In realtà è un sentiero su pietre sdrucciolevoli, umide, ma i Cabernet saltellano come cerbiatti tra un sasso e l’altro, ma altri urlano, invocano, sperano, nemmeno a Medjiugorie si vede la Madonna (e si nomina) tante volte in un giorno. In cima aspetta un sentiero fangoso e melmoso, talmente denso che il terreno appesantisce le scarpe tanto da sfilarle. Ma finalmente ecco la chicca: al ristoro in cima CHINA CALDA CON I BISCOTTI… Dio c’è e ne ho le prove.
Ormai si è giunti al traguardo, ma il risultato agonistico ormai ha poco rilievo, l’importante era fare tutti i ristori, nei 12 km si vocifera addirittura di “polenta e renga” … cose da re!!!
I Cabernet arrivano tutti felici e contenti per aver completato il percorso promettendosi l’anno prossimo di ripetere l’impresa con l’intero gruppo, in particolare il dott. STOPPAro a proprio agio in simili condizioni di corsa. Al 2010.
4 febbraio 2009
Marcia dee Buganse.... e che Buganse!!!!
Ricordiamo quando l’anno scorso due gocce di pioggerellina appena appena rarefatta facevano scattare i mega spam via sms del Borelji “Piove, si resta tutti sotto le coperte”... sono finiti i tempi dei piagnistei: domenica scorsa sotto neve e vento duri e puri senza lamentele. D’altronde, un Borelji che arriva alle otto già alla partenza non poteva altro che far nevicare.
E sì che la gara non si presenta facile: alcuni dei nostri avevano visto bene la sera prima di ingozzarsi in una churrasqueria con menù degustazione brasiliano a base di fejoada (in pratici fasoi coe cotiche dessavvii), fritture miste, riso con verdure varie, crostini con salse (senza merengue), formaggi alle erbe a appena appena SEI PORTATE DI CARNI VARIE ALLA GRIGLIA, docutamente aromatizzate e speziate, ananas cotto alla brace con cannella (?!?!?) e torta sacher: ovviamente la sacher ce la siamo portata da casa, grazie Arabella. Come conseguenza di tutto ciò doctorL cominciava a risentire di pesanti rumoreggiamenti, cigolii gastrici e rigurgitini vari fin dal passaggio ai primi 500 metri: e questo spiega il ritmo di gara impressionante nei primi tenuto dal team intero, desideroso di distanziare il prima possibile questa sorta di GledMagicWater deambulante che si ostinava nei suoi richiami “amici, BURP, aspettatemi. ROAR, corriamo insieme dai, AARGHH”.
Ma già si vocifera di irregolarità nell’organizzazione della gara: pare che, per far fronte al freddo lo staff del GP Cave (con cui i cabernetrunners sono spiritualmente gemellati: ricordiamo infatti che la Cava è un vino spumante secco doc della Catalogna, lavorazione simile al millesimato) abbiano corretto il tè dei ristori, che normalmente è sbagliato, con autentica Tagliatella Nardini, scatenando la reazione delle Distillerie Bonollo, che pretendevano, almeno per il mese di febbraio, di essere sponsor etilici unici del circuito podistico. I cabernetrunners esprimono solidarietà al presidente FIASP, loro grande tifoso, con una dichiarazione rilasciata a fine gara: “Gnon mi parue che ci era nuglia di sbagliato gnei ristorrui, ansi mi serbruavano tutti cooruetti, ansi, molto corruetti” che scagiona assolutamente i vertici del movimento podistico da qualsiasi sospetto di contaminazione delle bevande.
Ed ecco allora l’elenco dei gladiatori delle nevi: 100Jaq, il Borelji, la Gazzella della Nevi, DeeBaldwin, DoctorL e BeepBeep, il quale ormai si prendere il lusso di partire più tardi ed arrivare da dietro (doctorL per l’occasione indossava mutande di ferro, l’impatto ha fatto sciogliere la neve nel raggio di 7 metri). Ennesima nota di biasimo per il PolBot, che è ormai candidato ad essere retrocesso nel gruppo AcquaevinoRunners, che, la sera precedente, al momento dell’uscita dalla succitata churrasqueria aveva dichiarato: “beh ragazzi domani quando mi sveglio guardo com’è il tempo e poi decido”.... ergo...... BUON RIPOSO POLBOT
24 gennaio 2009
Montefortiana..... sempre senza parole
“Sì ok, e la corsa com’era?”
“Ah, bellissima, tutta collinare, pensa che al primo ristoro c’erano i crostini di pane con il musetto”
“Sì, questo me l’hai già detto; ma poi?”
“Pensa che c’era un ristoro con la pasta”
“Vabbè ma a parte il mangiare..:?”
“A parte il mangiare? Ah, intendi il bere? Pensa c’era un ristoro gestito dagli alpini dove avevano il pentolone del minestrone caldo e davano il brulé”
“Vabbè, ho capito, ci rinuncio”
Quando ho chiesto che mi dicessero qualcosa sulla Monterfortiana, questo è stato tutto quello che ho ricavato, e sì che ho pure insistito. Non so nemmeno chi ci sia andato...
Per rispetto nei confronti dell’organizzazione ricordo però che la Monterforte non è, come può sembrare da questo racconto, un ritrovo di frequentatori di osterie di quart’ordine bensì una delle manifestazioni podistiche meglio organizzate d’Italia, che marce, minimarce, competitive e non competitive, arriva ad ammucchiare su fino a 20.000 presenze e che quest’anno è stata inserita nel calendario ufficiale delle corse di avvicinamento alla Maratona di Roma