Pubblicato il Calendario Corse Cabernet Runners !!!!

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CABER-CALENDARIO ENO-GASTRO-PODISTICO 2012

(e tenetelo d'occhio, ci saranno continui aggiornamenti durante la stagione)
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9 novembre 2009

25/10/2009 - Venezia urla CABERNET RUNNERS!!!

E non poteva che finire così, nel trionfo in mondovisione dello speaker che accoglie all'arrivo in Riva degli Schiavoni Francisko Borelji, con il solito braccino ben disteso a dare aria alla maglietta martoriata da ore di sudorazione esasperata.


Riportiamo per i non udenti lo stralcio della profonda intervista rilasciata dal perfido Anatolji allo speaker:
Speaker "Cabernet Runners!!! Cabernet Runners!!! Super Cabernet!!! Oh Borella, sei qui con la tua famiglia?" (ma che cazz..... di domanda idiota)
Borelji "YEEEAAAHH" (con un urlo tipo Yeti)
Speaker "Ma perché Cabernet?" (ma chi è Marzullo 'sto speaker?!?)
Borelji "Ci piace il rossooooo"
Speaker "Eeehh evviva"
Borelji "E anche le rosseeee"
Speaker "Eeehh, ma quello è un altro discorso"

Un altro discorso? Un altro discorso? Un altro discorso? Per lui forse. Non per il Borelji, cui ormai non restano altro che gli apprezzamenti in diretta mondiale per cercare di calmare le ire di una MPM costretta a peregrinare mezza europa per raccogliere le stanche membra (beh, diciamo ossa) del suo Marathon Man.

Ma la giornata non era iniziata così.
I nostri Cabs sono partiti traghettati da una perplessa GioMi ("ma dimmi te, anche di domenica alzarsi alle cinque e mezza per fargli da tassinara a 'sti tre in mutande e canottiera che puzzano da vasellina, ma la gente normale non si riposa la domenica, anche Dio il settimo giorno ha messo la sveglia un'oretta + avanti, ma non potevano andare a correre sugli argini come sempre, mah") e subito le cose non si erano messe tanto bene, per via di una disputa verbale tra il DoctorLukash e il Borelji. Alta filosofia? Strategie di gara? Noooo, si trattava di una questione più banale, ma non per il Doc, che ripeteva: “se ti dico di portare una borsa frezeer, perchè mi consegni 'sti sacchettini di plastica?” In realtà il Borelji non aveva mai visto le sacche termiche con cui si trasportano i cibi freddi; abituato a essere servito e riverito nel focolare domestico conosce solo il finale della catena del freddo: i sacchettini da frezeer, che mammina e mogliettina confezionano pieni di verdurine e ragù per sostenerlo durante la settimana frenetica, tipica del super manager bancario. “Ti assicuro che non so cosa siano!”. "E come le teniamo in fresca le birre da infilare abusivamente dentro la sacca del trasporto bagagli insieme a salame asiago pan biscotto e sfregolotta, allora?"

GioMia sorride e un po' invidia i sacchettini pronti che mamma Borelji prepara per il figliolo, considera che in effetti 'sta gente non è del tutto a posto e che se accelera un altro po' magari la discussione la finiscono lungo il Brenta e non le sporcano di sangue i sedili della macchina...
100Jaq che dal canto suo non ha mai corso a Venezia, se non quando è in ritardo e rischia di perdere il treno, continua a contare sulle dita quanti ristori ci sono da Stra a Venezia e quante banane deve mettersi nel sacchetto della spesa da portare legato in cintura per poter arrivare alla fine.

Ma si arriva alla partenza, e inizia il grande rito propiziatorio dello spogliatoio: snack energetico, zuccheri, gel di carboidrati, the caldo, coca cola senza rum stavolta, grana, bresaola, una spaccatina di pane integrale, fetta di strudel, imodium (c'è poco da ridere, provate voi a mettervi nello stomaco tutta 'sta roba alle sette delle mattina) spilli, pettorale, massaggio con cremina calda per scaldare i muscoli, gel rinfrescante camomilla e mentolo perché si erano riscaldati troppo, vasellina sui capezzoli,vasellina sotto le ascelle, vasellina sugli inguini, ehi Borelji, ocio con che'l déo co ea vaselina, tiente e man a casa tua... e via a preparare le sacche, triplo nodo che sennò quelli dell'organizzazione ci fregano il portafoglio, le macchine fotografiche e soprattutto le birre e il salame. E tutti in bagno: quest’anno niente muro di Villa Pisani, che l'anno scorso momenti ci beccavamo la foto segnaletica sul giornale: si va dritti sulla riva del Brenta e con l'altra mano si saluta la telecamera della Rai!!!

E poi si parte e si sfoderano subito le strategie di gara: il borelji parte piano, confidando di arrivare da dietro col suo solito ghigno satanico e maschera la strategia con un "andate andate che io non ho il vostro passo"; doctorlukash invece tenta di sfiancare fin da subito il puledro 100Jaq mandandolo al massacro con una ricorsa suicida "dai che andiamo a prendere i palloncini più avanti" "ma non è che scoppiamo?" "ma no, che quando li abbiamo presi poi stiamo in scia e ci riposiamo", per poi abbandonarlo al suo destino con un ripiegamento strategico "Jaq, vagli pure tu dietro ai palloncini che io sono scoppiato" "ma siamo al 16°..." "no no , guarda io sono scoppiato davvero, mi sa che mi fermo a farmi un prosecchino, conosco un'osteria qui ad oriago, tutta brava gente sai, un posto adatto ad un maratoneta, ma tu va, va pure".

Ma piazza SanMarco è ancora un lontano miraggio e allora Jaq, per mantenere vive le sue visioni sfodera il suo perfetto kit da tossico del podismo: pacchettini di stagnole con dentro polverine farinose (lui dice glucosio puro... mah) e fagottini con cubetti di sostanze alimentari pressate (lui dice grana... mah) e come d'incanto le immagini (probabilmente effetti allucinatori alla improbabile digestione del mix grana-con-glucosio) delle ciminiere di marghera si trasformano nei verdi alberelli del Parco San Giuliano, bello, verde, arioso… per i primi venti metri!!! Poi si trasforma in un golgota fatto di cavalcavia alti come i pirenei, prati sterminati secchi come la steppa cosacca, e salite, discese, prati, sole a candela (ma non eravamo in autunno?), curve, altri prati e i cancelli dell’uscita che sembrano avvicinarsi e poi dietro lo scollinamento un’altra bella curva e quelli che prima sembravano bambini festanti che sorridendo ti davano il cinque, diventano satrapi deformi che con sguardo sinistro godono a vederti soffrire. Parco San Giuliano
Nooo, Cimitero San Giuliano, il parco dei morti correnti. E poi l’immancabile, quello che ha esperienza, quello che l’ha già fatta tante volte, che ti vede con la faccia sofferente e ti dice “eeehhh, il Parco San Giuliano è tremendo, sai, è qui che si scoppia sempre”. Ma vaffan…lo iettatore di mer…a, che già sono intrigato a correre di mio adesso mi tocca pure correre con una mano sui maroni. Ma i nostri CaberEroi, memori del martirio subito lo scorso anno dal podista dei due mondi al passaggio tra le assolate zolle, fraccano pesantemente il berrettino in testa, prendono un bel gelatino al chioso interno e via testa bassa superano anche questo scoglio.
E passato l’inferno del SanGiuliano arriva il purgatorio del Ponte della Libertà (preceduto giusto dai quei due cavalcavia che se avevi ancora un moncherino di gambe rimasto provvediamo a segartelo subito) dove i nostri CabernetEroi, ormai tutti perfidi come il perfido Anatloji Borelji godono a vedere la fronda degli scoppiati del 33°km che caracolla e procede adagiandosi alla balaustra sulla laguna. E mentre lo Stopparus ed il Borelj riuscivano loro malgrado a trattenere l’istinto “adesso questo zombie lo spingo giù in laguna”, grandissime soddisfazioni si prendeva invece 100Jaq, a minare il campo di gara con le bucce delle sue 8-9 banane (tenute da parte appositamente per lo sprint finale degli ultimi 10km) che smollava con dissimulazione davanti ai piedi di quelli messi peggio. Ma dico io, quale migliore esempio di sportività da dare alle giovani leve, intendo il fatto di mangiare frutta invece che pasticche, altro che quegli sport malati, di falsi sportivi, come il calcio!!!

Tutto sembrava procedere per il meglio, con 100Jaq lanciato a folle velocità verso le cupole di SanMarco, il doctorlukash che tentava di rianimare in ultima istanza una stremata DidiLenny della Premiata Arcieria Frecce Gialle Smart Runners e un Borelji che gongolava a vedere di quanto stava limando il suo personale (“altro che quelle ca…o di maratone da crucchi, coi loro kaiserwurzen ai ristori e da bere solo kaiserwasser, che vadano affankaiser anche loro, guarda qua una bella e sana maratona veneta, bella nostrana che soddisfazioni che ti tira fuori”) che l’ultimo trabocchetto (ed eravamo già con 40 chilometri nelle gambe) si presenta sotto forma di spaghetti allo scoglio e di chili e chili di frittura di pesce che uscivano dai ristoranti delle Zattere (lato sinistro del percorso di gara) e, trasportati da camerieri slalomisti addestrati per l’occasione, tagliavano la strada ai corridori e arrivavano ai tavolini sul canale della Giudecca (lato destro del percorso di gara); e quei bastardi maledetti di turisti vedendoti sbavare ti dicevano: “bravi bravi buon appetito, buon appetito”. Qui, e lo diciamo a beneficio dei ristoratori della zona, in ordine rigoroso di passaggio, 100Jaq ha provveduto ad sminuzzare un po’ di bucce delle sue banane usate e sudate in due banchi frigo contenenti macedonia fresca in bella vista vicino ai tavolini; doctorlukash, vedendosi passare davanti un vassoio di spaghetti alle vongole ha pregato che quella notte le fuoriuscite in laguna di scarichi non controllati del petrolchimico avessero raggiunto livelli mai visti nella storia; Borelji, grazie ai suoi agganci negli ambienti finanziari dei balcani, ha abbandonato su alcuni piatti di calamari fritti la polvere di antrace (che in corsa conserva in bustine di stagnola spacciandola per glucosio puro) che normalmente utilizza per avvelenare i ristori degli avversari dopo il suo passaggio…. Eh beh, quando ci vuole ci vuole, no?

Epilogo.
I nostri arrivano agli ultimi ponti, scorgendo in distanza le CabernetGirls LucyP, MPM e LaGazzella attendere gli enopodisti, in assetto da team di rianimazione cardiopolmonare d’urgenza (visti i precedenti del DeeDeeBaldwin dell’edizione 2008).
100Jaq, taglia il traguardo in 4h1min, resta tramortito dalla considerazione che se invece delle Kayano avesse avuto le 2130 (più leggere di 30 grammi) avrebbe limato 1,3 secondi a chilometro che l’avrebbero proiettato di botto sotto le 4 ore.
Stopparus taglia il traguardo, si avvicina ristoro chiedendo “Avete birra?” “No assolutamente” “Ah, allora non voglio niente grazie”, corre al ritiro bagaglio con uno sprint mai visto nei 42 chilometri precedenti “La mia borsa, grazie” “Che sboro toso, quanto pesea ‘sta saca?” “Eh, quando non dovrò più portarmi la birra da casa la borsa peserà meno”, si beve la prima birra, si apre la seconda e vede 100Jaq là che, persosi a contare con le dita la tabellina dell’unovirgolatre, non riesce più a capire dove deve andare a ritirare la propria borsa.
Attardato poi da un blitz nel nucleo antiterrorismo a cui ha dovuto spiegare che quella che i cani fiutavano come antrace era in realtà glucosio purissimo e che alcune teorie sostenevano che l’esposizione dei pastori tedeschi allo iodio dell’adriatico (d’altronde essendo tedeschi non erano abituati) poteva causare fenomeni di diabete temporaneo, e quello era il motivo per cui abbaiavano sentendo il glucosio, arriva Borelji accolto dal boato della folla e da uno speaker inferocito, probabilmente cliente di una nota banca locale del veneto orientale….

PostEpilogo.
Cosa dire, stravaccati ai giardini di sant’elena, pasta al pesto, salame formaggio, pan biscotto, fregolotta e birre a pioggia, come chiamarlo se non l’ennesimo CABERNETRIONFO?
E la VeniceMarathon si conferma sempre e comunque LA MARATONA, anzi come piace dire a noi L’AMMARATONA!!!
Appuntamento allora al 24 ottobre 2010 per la 25^ edizione della Venice.