Pubblicato il Calendario Corse Cabernet Runners !!!!

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29 settembre 2009

20.09.2009 – Berlino, l’ultimo muro!

Doveva essere la maratona più veloce del mondo, ma nel confronto a distanza Gebreselasie resta sotto il suo record, mentre il Borelji migliora di più i dieci minuti il personal best.


Caldo africano ed umidità tropicale hanno accolto i nostri atleti Anatoli Borelji, LaGazzella e BeepBeepBeordus, accompagnati dallo staff tecnico EmmePiEmme e LucyP all’arrivo nella città divisa, simbolo storico delle lacerazioni di un’Europa che non vorremmo dover ancora ricordare ma che imperituro monito resterà nelle nostre memorie. E i nostri atleti, nel bene e nel male, difficilmente riusciranno a dimenticare l’avventura berlinese. E sì che per alcuni di loro le premesse erano ottime: i climi afosi e tropicali sono quantomai consoni a LaGazzella, che ricordiamo ha svolto nelle passate stagioni anche stage di allenamento nei parchi della namibia, quando ogni mattina al risveglio doveva fuggire dai leoni (“non importa che tu sia leone o gazzella…”??? eccome se importa, fa una bella differenza!!!); il BeepBeep, poi, informato dalle sue talpe delle condizioni meteo previste (sarà come correre nelle giungla) aveva impostato una preparazione un po’ atipica per un maratoneta, concentrando le sedute di rifinitura nei boschi dei Colli Euganei, anche se per la verità con fortune un po’ alterne.

Ma LaGazzella questa volta aveva deciso di farsi leone (in senso metaforico, non “il leone”) e rendendosi conto che quello che ci voleva era la strategia vincente, quale migliore chance se non attingere direttamente alla fonte del mago delle strategie, specie nella gestione alimentare in corsa? E allora, viaggio riservato tra LaGazzella ed il BeepBeep, separati dal resto del team, concedendosi tra l’altro pure una romantica giornata preliminare di acclimatamento in più (e taciamo quante malelingue hanno urlato all’inciucio); si narra che già alla partenza dalla stazione ferroviaria di Padova LaGazzella avesse vestito i panni della tenera infermiera-portantina, caricandosi tutti i bagagli e aiutando l’incidentato euganeo (ehm, intendevo il podista dei due mondi) a salire a fatica i tre scalini del treno, che gli si paventavano davanti peggio di una cima coppi. Dalle dichiarazioni prima della partenza nel corso di un’intervista telefonica già si capiva quanta premura avrebbe riservato la nuova stella dell’infermierismo podistico alla sua nuova guida spirituale: “Quando atterriamo faccio scendere prima lui dalla scaletta dell’aereo, che non succeda che mi cade addosso”

Ma tra un ritiro pettorali e vari vassoi di wurstel stinchi e costicine, “ma senza crauti sa, siamo atleti, mangiamo solo verdura cruda, quella cotta perde i minerali e le vitamine e, gentilmente, la birra me la può sgasare, non vorrei mai mi si gonfiasse lo stomaco perchè sa, abbiamo le divise da gara un attimino sfiancate in vita ma appena appena, cosa ci vuol fare, le ha scelte uno che ha una postura di corsa un po’ ambigua” (a questo punto il cameriere turco ha cominciato a pregare che il suo paese non entri mai nell’unione europea, se devono fare la fine di sta gente...) si arriva alla vigilia della fatidica ora.

Bando alle ciance, tutti sulla starting line, tre due uno, sparo dello starter, via si va, si va, si va… ma allora si va o no??? Eh sì, avete voluto la maratona oceanica, e mo’ aspettate un quarto d’ora prima di partire, che credete di essere alla marcia dea brosema? Il Beo e il Borelji, penultima gabbia, ingannano il tempo in attesa che la marea umana si metta in movimento con tre su cinque giri di morra al meglio dei nove (parziali 4-5, 5-4, 5-2, 5-0 per il Borelji, si capiva che per il Beo oggi la tenuta sulle lunghe distanze sarebbe stata difficile); LaGazzella, invece, relegata da sola in ultima gabbia quale ennesimo atto discriminatorio nei confronti delle donne da parte di quei due sciovinisti fallocrati AmiciDiPapi che stavano là davanti, si ripassava (oltre alle unghie) tutti gli insegnamenti raccolti in quei due giorni di seminario beordiano, giusto per essere sicura di fare esattamente il contrario, soprattutto della regola numero uno della scuola legnarese che recita: “Parti più forte che puoi che tanto dopo rallenti per forza, quindi tanto vale che guadagni più strada possibile all’inizio!”

La corsa abbia inizio. Il Borelji parte, e per 42 km decide di omaggiare la città teutonica con il suo celebre passo di corsa “la farfallina ondeggiante di stelo in stelo” ispirato ad una delle più famose manifestazioni ospitate dalla Berlino del nuovo millennio (la Love Parade) e, una volta messa in ciclo continuo nell’mp3 l’intera collection Best of Village People carica la molla alle sue gambine per prodursi in quei quarantaduemilacentonovanacinque passi da sogno che lo porteranno ad alzare le braccia al cielo sotto la porta di Brandeburgo.

Per il Beordus la strada è tutta in salita, nonostante dopo i bombardamenti del 1945 a Berlino di salite non ce ne siano poi tante… parte un po’ contratto, riflettendo se la ramazzata presa a morra nel pre-gara sia stata sufficiente ad esaurire il plafond di sfiga della giornata o se ci siano ancora margini di peggioramento. Pensaci un po’ al ristoro del 5° km, pensaci un altro po’ al 10° e ripensaci ancora al 15°, va a finire che uno se le chiama da solo, e fresco e riposato come una rosa chi ti bussa alla porta del Beordino???? E’ chiaro, il dolorino!!!, che stavolta però, complice il reale infortunio occorsogli nel tentativo di simulare un infortunio tattico nella settimana precedente alla maratona, parte dalla sinistrata caviglia per poi arrampicarsi lungo gli arti inferiori prima e superiori poi, fino a tramutarsi in dolori intercostali, congiuntivite, blocco cervicale, palpabilità epatica, principio di prostata e gomito del tennista. Nulla da dire, non una maratona ma una via crucis, in cui i flagellatori non si susseguivano tra loro ma andavano a cumularsi l’uno sull’altro, con un’escalation così fulminea di magagne che avrebbe mandato in crisi anche il Dottor House

Pensate cosa devono aver pensato gli addetti della croce rossa teutonica che cercavano in tutti i modo di fermarlo, non capendo nulla dello spirito del podismo masochismo che fu la prima fiamma di ispirazione del movimento dei Cabernet Runners.

E LaGazzella? Risolto il problema che comunque non importa che tu sia leone o gazzella tanto non c’è verso che tu riesca a dormire cinque minuti di più alla mattina, nemmeno se è sabato, e la domenica mattina già lo sappiamo che è persa per andare ad inseguire nutrie alle corse FIASP, parte alla rincorsa dei due CaberMen. Inutili i tentativi di chiedere informazioni ai maratoneti che superava lungo la via: “Scusate, ma per caso gentilmente non è che avete visto due, uno pelato e uno che corre in modo ambiguo, con una maglia come questa?” Vi lascio immaginare le risposte: “Ah, Kabernet, italiano fino molto guten Prosit Prosit (e qui di solito ci stava pure un ruttazzo al doppio malto) Italia bella, io amare italia, tu bela nocca (i tedeschi non sanno pronunciare la gn) bionda corre con noi yaa italia spaketti bella ferma dofe corre tu?!?!”

A questo punto LaGazella si rende conto che due erano le alternative: o rifugiarsi dentro l’ambasciata o accelerare. E accelera accelera accelera, chi ti trovo davanti? La sagoma ormai storpia e claudicante del Beordo di Notre Dame. In quel momento LaGazzella capisce che leone magari no, però un po’ iena alla fin fine lo è pure lei: “Ah sei qui? Ma scusa, perché cammini, guarda che i musei li andiamo a vedere domani, oggi c’è la maratona, ti sei confuso? Aahh, hai male…. Beh ce n’è tanta di gente che soffre a questo mondo e mica tutti fanno così tante storie, pensa a Pistorius, lui è messo peggio di te, però ha più dignità quando corre e non fa tante smorfie di dolore e almeno tu le gambe ce le hai. Ma ascolta, il Borellik è avanti immagino… ok ciao vado con lui che corre, poi tanto lo sai l’indirizzo dell’albergo, e stai attento ai tombini che non ti fai male ancora”.

Epilogo della corsa. Anatoli Borelji straccia il suo record personale (vabbè sarebbero solo 10 minuti di miglioramento, ma diamo enfasi alla cosa) ma festeggia passando sotto la porta di Brandeburgo a braccia alzate, ascelle depilate e sorriso smagliante, un po’ come Diana Ross quando in abito lungo scendeva la scalinata del palco di Broadway, lanciando baci a tutti i supporter che lo hanno letteralmente spinto da dietro per tutta la corsa.

LaGazzella, causa anche uno schianto clamoroso conto il muro del 35°km (e notoriamente a berlino con i muri non si scherza), arriva un po’ indietro rispetto alle sue tabelle di marcia, ma gongolando tra sé e sé, che stavolta anche lei ha qualcun altro da stare ad aspettare dopo essere arrivata (eh, se una è iena è iena).

E il Beo?: beh, buttato il cronometro nel fiume, diciamo che di sicuro è arrivato primo nella categoria dei politraumatizzati e una menzione d’onore nel panorama della scuola dello stoicismo non gliela toglie nessuno.

Complimenti comunque a tutti i partecipanti e allo staff tecnico di supporto; la sfida ora si riaggiornerà alla maratona di Firenze, per cui stanno affilando gli artigli anche DeeDeeBaldwin, DoctorLukash, 100Jaq e, forse forse, un Viagem che, raggiunto telefonicamente, non ha negato la possibilità di partecipare in extremis…. E in riva all’Arno andrà in scena un altro capitolo di questa epica saga!!!

Nunc est Bibendum

2 commenti:

  1. Sto blog è come un giornale vero: siccome Beep Beep non mi ha raccontato nulla di Berlino temendo un mio articolo, io apprendo come sono andate le cose direttamente da qui! Meglio della Gazza!!!
    Vorrei inoltre ricordare il video del passaggio al 40° km con l'atleta in stampelle che svernicia Beep Beep...

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  2. Non so chi sia questo fantomatico doctorlukash.. però sappi che ti querelo!!! Non si diffama così il mio assistito politraumatizzato! Sei anche tu un FARABUTTO!

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